Saleri: «L’idrogeno verde sarà il futuro dell’energia, per Brescia un’opportunità»
Il futuro dell’energia in una molecola. Quella dell’idrogeno. L’elemento più abbondante dell’universo può essere la soluzione da affiancare all’elettricità rinnovabile perché consente di trasformare l’energia solare ed eolica in un combustibile efficiente, facile da trasportare, stoccare, distribuire e utilizzare, con il grande vantaggio di essere illimitato e pulito.
Il Pnrr destina ingenti fondi per lo sviluppo di questa tecnologia. Anche Brescia si candida a realizzare progetti. Su tutti quello in Valcamonica grazie al quale verranno realizzati treni ad idrogeno.Tra poche settimane partiranno i bandi per avviare sperimentazioni con indubbie ricadute sull’industria.
Tra le imprese che credono in questa tecnologia c’è la Omb Saleri - guidata da Paride Saleri - che in questi anni ha creato componenti per lo stoccaggio dell’H2 ed ha recentemente stretto un’alleanza con Bosch per lo sviluppo di nuove tecnologie. «La tecnologia delle celle a combustione ha superato da qualche anno la fase della sperimentazione e sul mercato globale ci sono decine di migliaia di applicazioni che quotidianamente operano in nicchie sempre più grandi - chiosa Saleri -. Presto adeguatamente dimensionate, le celle produrranno energia sufficiente a muovere automobili, treni, aerei».
È una tecnologia affidabile e applicabile?
«La sfida che abbiamo davanti non riguarda l’affidabilità dei componenti, ma i prezzi; devono diminuire secondo la consueta dinamica che caratterizza l’avvio di ogni nuova tecnologia: i prezzi proibitivi iniziali». I dati oggi dicono che per produrre idrogeno serve più energia di quanta se ne ottiene. «Oggi ci sono impianti eolici del Mare del Nord che vengono fermati quando la domanda di energia diminuisce, nelle ore notturne per esempio. Questi eccessi di energia vengono sempre più utilizzati per estrarre idrogeno dall’acqua. In futuro si prospetta l’ipotesi di utilizzare piccole aree di deserto per produrre energia rinnovabile fotovoltaica, con la quale avviare la produzione di idrogeno verde per il bisogno energetico di centinaia di milioni di persone».
Il Pnrr può essere una leva per l’affermarsi di questa tecnologia?
«Non c’è dubbio, ma il mio ottimismo si fonda più sugli investimenti che altri Stati Europei, Francia e Germania in testa, stanno destinando all’idrogeno. Basti dire che Francia e Germania stanno investendo circa 10 miliardi di euro ciascuno per la transizione all’idrogeno, queste risorse sono affiancate da enormi investimenti delle grandi società francesi e tedesche che non intendono perdere quote di mercato quando, nel 2035, non si produrranno più motori endogeni».
E le imprese italiane?
«Siamo alla vigilia di una transizione che avrà conseguenze, per me quasi tutte positive, trovo del tutto normale che ci siano paure, incertezze e tentativi di difesa dell’esistente soprattutto da parte delle piccole e medie imprese. Mentre i grandi operatori si stanno attivando per prevenire gli effetti negativi della transizione ecologica. Mi auguro che siano le grandi società italiane ad ottenere i fondi del Pnrr».
Quali opportunità per Brescia dall’idrogeno?
«Il mercato della nuova tecnologia potrebbe offrire al sistema industriale bresciano grandi opportunità, non solo ai grandi, ma anche alle pmi».
Cosa intende? Può essere più preciso?
«C’è ad esempio un'area dove le occasioni per nuovi prodotti sono straordinarie. Mi riferisco alla progettazione di nuovi, flessibili elettrolizzatori. Una nicchia occupata oggi da grandi aziende multinazionali. Ritengo che ci sia spazio, nei prossimi anni per prodotti più efficienti, in grado di utilizzare acqua di mare, per esempio».
Può nascere una filiera bresciana e lombarda a sostegno dell’idrogeno verde? Come costituirla?
«A Brescia c’è la possibilità di ottenere fondi dal Pnrr destinati allidrogeno se si concretizzerà il progetto di mettere locomotive ad idrogeno sulla tratta Brescia-Edolo. La condizione favorevole sta nel coinvolgimento di A2A, Alstom e Trenord. Sono soggetti forti, affidabili ed efficienti. Fortunatamente le opposizioni al progetto di alcuni politici locali sono del tutto infondate anche se alimentate da osservazioni provenienti da ambienti universitari che paga l’eredità di una opposizione preconcetta all’idrogeno risalente a più di vent’anni fa».
È un’accusa pesante.
«Sulla Brescia-Edolo vale la pena sottolineare che le locomotive a idrogeno sono del tutto simili, nelle dimensioni, a quelle tradizionali a gasolio. È infondata la tesi che i costi per la transizione dei treni a gasolio a quelli a idrogeno siano appesantiti dalladeguamento delle infrastrutture delle stazioni: questi interventi, invece, sono dettati dalla attesa dellaumento degli utenti. Vale invece la pena di ricordare che con le locomotive a idrogeno non ci sarà impatto ambientale che invece ci sarebbe con la elettrificazione, né i relativi costi di manutenzione».
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