Rubinetti e valvole, Brescia supera con forza lo choc pandemia
Rubinetteria e valvolame è uno degli 8 settori analizzati nella ricerca Bilanci 2020, l'approfondimento che ogni anno la redazione del Giornale di Brescia realizza con l'Università degli Studi di Brescia. Un inserto di 274 pagine in edicola dal 3 dicembre (10 euro più il prezzo del quotidiano) e online sul portale bilanci.giornaledibrescia.it (a cui si può accedere con il coupon contenuto nel volume o acquistando l'accredito online a 9 euro). Sul sito saranno a disposizione i dati economici di più di mille aziende bresciane in versione digitale, filtrabili e consultabili con immediatezza, anche per creare analisi personalizzate e confronti tra imprese.
Di seguito, un'anticipazione del lavoro del gruppo di ricerca, coordinato dal professor Claudio Teodori.
L'analisi
A livello nazionale, il settore Rubinetteria e valvolame è caratterizzato da una significativa propensione all’export, che supera ampiamente il 60% del fatturato complessivo: negli ultimi anni questa connotazione ha permesso alle imprese più internazionalizzate di meglio gestire un quadro economico malcerto anche se, nel 2020, questo non è stato sufficiente. Tra le cause vi è anche la chiusura degli stabilimenti durante il lockdown, situazione che non ha avuto pari in Europa, dove i concorrenti hanno continuato a operare. Questo ha prodotto evidenti criticità nelle imprese attive nelle aree geografiche più rilevanti a livello non solo nazionale: il Cusio-Valsesia, in Piemonte e Lumezzane in Lombardia.
La ripresa
Ponendo l’attenzione sulla nostra provincia, secondo i dati raccolti da Intesa Sanpaolo, dopo un avvio d’anno non soddisfacente, le vendite estere hanno invertito il trend registrando nell’ultimo trimestre del 2020 un segno positivo; inversione, tuttavia, non sufficiente per ottenere una crescita a livello annuale: la contrazione è stata dell’8,7%, che ha portato il valore complessivo a 3,1 miliardi di euro.
Malgrado la riduzione dell’export e quello del fatturato complessivo a livello nazionale (vicino al 10%), le imprese selezionate hanno ridotto le vendite in modo assai contenuto, dell’1,2% rispetto ai dodici mesi precedenti, con valori appena superiori al 2018: il 36% delle imprese è riuscita a crescere nel 2020. La sostanziale tenuta dell’attività verso il mercato ha permesso l’incremento di un punto percentuale del valore aggiunto, che supera il 30% del fatturato.
Ciò ha generato un’analoga crescita dell’Ebitda, vicina al 14%, favorita dall’invarianza dell’incidenza relativa del costo del lavoro (16,9%). Il Roi (redditività totale degli investimenti) ha subito una leggera flessione, passando dal 6,7% al 6,2%, mentre la marginalità (Ros) aumenta dal 7,8% all’8,6%.
La solidità
Non vi sono, infine, osservazioni particolari sulla solidità, dove la situazione rimane invariata: il rapporto di indebitamento si riduce a causa della rivalutazione; migliora la sostenibilità economica del debito, con l’incidenza degli oneri finanziari sull’Ebitda al 4,5%; il livello di capitalizzazione è più che soddisfacente. Le imprese bresciane, anche grazie a una buona solidità, hanno dimostrato un’ottima capacità di reazione alla pandemia, con risultati leggermente superiori a quelli del 2019 e una ridotta perdita di fatturato.
I dati sui primi sei mesi dell’export 2021 fanno ben sperare su risultati in ulteriore recupero sull'intero anno, anche se qualche preoccupazione esiste in merito ai costi delle materie prime e dell'energia. In ogni caso, è ormai prossimo il 2022, che si apre con rilevanti sfide per il settore, non certo nuove ma che assumono un significato diverso alla luce del Pnrr, tra le quali vanno certamente annoverate quelle dell'innovazione e della sostenibilità.
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