Robot, tecnologie e nuovo packaging: rivoluzione Tassoni
Pensare solo dieci anni fa che la Cedrata Tassoni di Salò sarebbe finita nei distributori automatici di bibite era come immaginare la macchina della regina Elisabetta con i sedili di similpelle e il cruscotto in plastica, anziché in pelle e radica.
Invece è successo «perché - spiega Elio Accardo, amministratore delegato, pescarese con una lunga esperienza in Fernet Branca e in Martini & Rossi - il mercato ha delle regole che vanno rispettate». Per carità, i numeri di bilancio - soprattutto l’ultima riga del conto economico della società, quella che presenta il risultato finale - erano sempre eccellenti e il prodotto unico, ma - come insegna Jim Rohn (mentore americano di uno tra i più diffusi prodotti dietetici mondiali) «dove inizi sul mercato non è dove devi rimanere», ed Elio Accardo proprio da qui è partito, riallineando i canali di vendita (nel 2014 la distribuzione tradizionale assorbiva l’80% e la grande distribuzione il resto, mentre oggi i due canali si equivalgono), riorganizzando la rete dei venditori che ora sono presenti in ogni regione, individuando i responsabili dei canali on trade, offtrade ed estero rispettivamente in Gianmaria Ambrosi, Liana Castaldo e Tiziana Damioli.
Presidiato il mercato, Tassoni ha messo mano con 700mila euro di investimenti al processo di produzione (attenzione non per il prodotto, la cui base da sempre e per sempre sono i cedri della varietà «diamante» che a Salò vengono sbucciati, perché è dal flavedo, la parte superiore della scorza, che si produce lo sciroppo della cedrata, mentre il cuore in ossequio alla circolarità dell’economia - ritorna in Calabria): rinnovata automatizzazione dell’imbottigliamento con ispezione in ciascuna bottiglia dell’omogeneità della pressione interna, della corretta tenuta del tappo, robotizzando il packaging per il confezionamento in cluster da sei e quattro bottiglie.
Partner tecnico di Tassoni nell’ispezione del controllo di gasatura, oltre che di tenuta delle bottiglie, la FT System di Alseno nel Piacentino. Innovazione. Nel rispetto dei canoni imposti dall'industria 4.0 e della conseguente manutenzione predittiva le linee sono collegate in tele assistenza al produttore delle macchine che, là dove è possibile, è così in grado di intervenire in remoto.
Una review del processo dettata dalle nuove proposte della tecnologia e dalle esigenze del mercato, quella dell’azienda salodiana: nei distributori automatici (e solamente in quelli) non finirà infatti la storica bottiglietta di vetro rugoso, con in sovrimpressione l’iconico marchio con la data 1793 anno di fondazione del Laboratorio Speziale acquistato poi nel 1898 dal marchese Nicola Tassoni che lo rivende nel 1986 a Paolo Amadei che imporrà la virata industriale, bensì una nuova bottiglietta in plastica. Il risultato degli investimenti è una capacità di imbottigliamento costante di 200mila bottiglie al giorno che ha consentito una riconversione degli addetti sui nuovi prodotti: Tassoni - abbandonato nel 2014 il mono prodotto con il lancio della Tonica, cui sono seguita nel 2015 e 2016 altri prodotti, da quest’anno propone infatti un soft drink di tradizione piemontese con base il succo di pesca. I numeri e gli investimenti, diluiti in due anni, hanno premiato le scelte: a fine 2017 ricavi a 9,7 milioni, in tre esercizi una crescita superiore al 20%, ma soprattutto nuovi clienti esteri (+5%) pur con la priorità dell’attenzione al mercato domestico che da 225 anni ha sempre fatto il suo dovere.
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