Ritiro del latte, emergenza risolta per tre mesi
Alla fine il temuto disastro non c’è stato: nessuna azienda bresciana è rimasta con il latte in casa, cioè non ritirato dalle stalle.
Dopo la scadenza il 31 marzo del cosiddetto «patto di Natale», con cui si era arrivati ad un accordo provvisorio sul prezzo del latte (37 centesimo al litro, dei quali uno messo dallo stato), il rischio era quello che le aziende senza contratto per il ritiro del latte lo dovessero buttare.
La soluzione è arrivata in extremis con l’accordo di tre mesi con una cooperativa di Mantova, che ritirerà in Lombardia 9 milioni di litri di latte in esubero sul collocato.
Per Coldiretti questo «piano salva stalle» è un buon punto di partenza; per Confagricoltura ha evitato una «situazione assurda e insostenibile».
Ma l’emergenza non sarebbe passata, anzi. Da un lato per i prossimi tre mesi decine di allevatori sanno a chi vendere il proprio latte; dall’altro è ancora aperta la battaglia sul prezzo del latte alla stalla, sotto i 36 centesimi al litro. Tutto a un anno esatto dalla fine del regime delle quote latte: aumento della produzione e calo dei prezzi le conseguenze.
Intanto il Ministero delle politiche agricole sta in queste ore erogando da parte di Agea 21 milioni di euro a 25mila allevatori. In anticipo di qualche settimana, si tratta di parte di un contributo straordinario.
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