Risparmi delle famiglie in tenuta nel 2023, ma i depositi bancari perdono 843 milioni

La riduzione dell’ammontare dei depositi bancari nel 2023 è netta e fa una certa impressione: i conti correnti nelle 642 filiali sparse nella nostra provincia hanno subito un’emorragia di 843 milioni di euro. Nessun dramma. Non si tratta di un crollo, i conti correnti perdono «solo» il 2,2% del proprio valore che resta comunque astronomico: 37,2 miliardi di euro. Ma si interrompe un ciclo che in provincia di Brescia aveva visto lievitare i depositi bancari dai 21,3 miliardi del 2013 ai 38,1 miliardi del 2022, con un incremento di 16,8 miliardi (+79%).
I numeri
I dati di Bankitalia non devono trarre in inganno. L’ammontare dei depositi a fine 2023 è la somma algebrica dei risparmi delle famiglie e della liquidità in capo alle imprese. «È soprattutto quest’ultima componente ad aver subìto un calo lo scorso anno - spiega il direttore regionale Lombardia Sud Intesa Sanpaolo, Marco Franco Nava -. Molte imprese hanno continuato ad investire ma, vista l’impennata dei tassi d’interesse, hanno preferito fare minor ricorso al prestito bancario, utilizzando le proprie riserve ferme sui conti correnti».
Nel corso del 2020-2021, gli anni della pandemia, i depositi bancari bresciani sono cresciuti di quasi 6 miliardi di euro, cifra straordinaria, in linea con quanto è accaduto a livello nazionale. «Terminato il Covid c’è stata una ripresa importante dei consumi da parte delle famiglie, dando maggior importanza alla qualità della vita». Il direttore Nava è ottimista. «Nel corso del 2023 sono stati rinegoziati molti contratti collettivi di lavoro ed il reddito disponibile delle famiglie è aumentato, ma la consistente crescita dei prezzi ha, tuttavia, determinato una contrazione del potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali». Le indicazioni che abbiamo dalla Direzione Studi e Ricerche sono di una progressiva riduzione dei tassi d’interesse a partire da giugno 2024 - conclude il direttore - questo ci rende fiduciosi per il futuro. Nel primo trimestre 2024 registriamo un incremento sia delle richieste di mutuo, la ricchezza finanziaria delle famiglie si segnala in crescita».
Risparmio
L’analisi dei conti correnti conferma il Bresciano tra i territori più ricchi d’Italia. «La propensione al risparmio non è mutata - conferma Hermes Bianchetti, vicedirettore vicario di Banca Valsabbina - la nostra provincia resta leader nel mettere da parte i soldi per affrontare le incertezze del futuro. A conferma di ciò due dati: nel 2023 abbiamo registrato un incremento del 9,3% della raccolta totale, solo quella diretta ha fatto un balzo del 6,6%. Come pure lieve è stata la flessione sugli impieghi».
E le difficoltà per il caro rata dovuto all’impennata dei tassi? «Non abbiamo riscontrato situazioni complesse. E siamo venuti incontro alle famiglie che avevano finanziamenti a tasso variabile».
I depositi hanno tenuto anche per Bper Banca. Per Maurizio Veggio, direttore regionale Lombardia Est Triveneto «se è vero che i fenomeni inflativi hanno impattato sui depositi a vista è altresì vero che la diversa allocazione degli asset, sfruttando l’incremento dei tassi ha consentito stabilità e crescita dei depositi complessivi».
«Diverso - spiega Veggio - il discorso sul mondo imprese, soprattutto le medie, caratterizzate da riserve di liquidità alimentate negli anni precedenti anche grazie a forme di sostegno garantite dallo stato, che hanno trovato allocazione in investimenti ma soprattutto nel circolante»
L’indagine Istat
Secondo i dati Istat, nel 2023 a livello nazionale la contrazione del risparmio delle famiglie italiane e passato dal 7,8% del 2022 al 6,3% del 2023, toccando il livello più basso dal 1995. Ogni allarmismo è prematuro. La sensazione è che nei dati Istat non sia scritto un declino della propensione al risparmio degli italiani, quanto piuttosto un bisogno di accumulare risparmi che è meno urgente. Le famiglie bresciane dopo il Covid hanno modificato le proprie priorità e riscoperto la «qualità della vita».
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