Regionali, l’Azienda Brescia fissa 10 priorità: «Per vincere le sfide del futuro»
Un manifesto in dieci punti rivolto ai candidati delle elezioni regionali del prossimo 12 e 13 febbraio con l’obiettivo di «salvaguardare» e proiettare verso una «dimensione sempre più contemporanea e dinamica» le economie del nostro territorio.
Come per le elezioni politiche dello scorso settembre, le 14 associazioni di categoria bresciane - che insieme contano oltre 40.360 imprese associate e un totale di 240.500 dipendenti - hanno presentato un documento unitario, con proposte ed indicazioni «per favorire lo sviluppo ed il benessere della nostra provincia».
Temi, proposte, indicazioni «imprescindibili», al fine di preservare un patrimonio costituito da «know how industriale diffuso, da eccellenze della manifattura, dell’agricoltura e del terziario, da una elevata propensione all’export e all’internazionalizzazione».
Il peso di Brescia
«Siamo consapevoli che nel quinquennio ci attendono sfide fondamentali - si legge nel documento unitario -, Brescia può e deve far sentire la sua voce». «Può e deve» per l’indubbio ruolo (e posizione economica) che il nostro territorio riveste a livello lombardo, italiano ed internazionale. Brescia è l’unica provincia d’Italia a posizionarsi nei primi dieci posti nella classifica del valore aggiunto di ogni macrosettore produttivo (agricoltura, industria in senso stretto, costruzioni, servizi): peculiarità che sintetizza la forza e la trasversalità delle produzioni bresciane.
Per i numeri statistico-economici che esprime, la nostra provincia è da considerarsi una vera e propria piccola nazione. Il Pil di Brescia è il 24° a livello europeo, prima di nazioni quali Lettonia, Estonia, Cipro, Malta. Per Pil pro-capite risulta undicesima, prima della stessa Italia e Spagna e al 23° posto per export prima di Paesi quali Estonia, Lettonia, Lussemburgo e altri.
Poche delege
Il documento stilato dalle 14 associazioni di categoria è corposo e dettagliato. Chiede al prossimo governo regionale di dotarsi di un’organizzazione efficiente, che non parcellizzi le deleghe, al fine di garantire una «catena di trasmissione decisionale e programmatoria corta, diretta ed altamente efficace» ed in costante confronto con il mondo economico. Il modello proposto è quello aziendale: giunta con poche deleghe, «con assessorati che lavorano in stretta sinergia, che affrontano i temi in modo sistemico, integrato e trasversale». Il Pnrr è un punto di svolta. La Regione guardi a progetti «seri» già in essere.
Brescia intende dare vita alla Cittadella dell’innovazione sostenibile, vero hub innovativo «che ha tutti gli elementi per diventare un progetto bandiera». Tra le sfide il profondo cambiamento in atto nel mercato del lavoro: «bisogna adeguare conoscenze, competenze», Brescia registra ritardi in termini di mismatch tra domanda e offerta, «è necessario adeguare competenze e conoscenze in ambito digitale e green»; e ancora bisogna sostenere i processi di auto-imprenditorialità» e «supportare la crescita dimensionale delle pmi sostenendo le agrregazioni di reti d’impresa» ed colmare i gap di filiera sostenendo «processi di reshoring».
Territorio e Sostenibilità
Un salto di qualità viene richiesto nella politica europea. La Regione Lombardia deve essere protagonista a Bruxelles diventando ambasciatrice delle sfide per «alzare la voce a tutela delle istanze imprenditoriali lombarde», su tutte il «Fit for 55» e la transizione energetica che interessa settori come l’automotive. Sostenibilità e attenzione al territorio sono elementi strategici per una leadership tra regioni europee. «Occorre pensare in modo nuovo le politiche di gestione delle città, delle aree industriali e artigianali, delle reti commerciali e piattaforme logistiche».
La salvaguardia del territorio «non è solo fondamentale per lo sviluppo del settore agricolo, che ha dimostrato di poter garantire reddito ed occupazione, ma è fondamentale anche per lo sviluppo del turismo, per preservare qualità del paesaggio e l’attrattività». Il documento chiede di attuare una vera politica di riqualificazione urbana, mantenere i centri vivibili creando condizioni accessibili per l’acquisto e la locazione abitativa per i giovani
Le opere irrinunciabili
Uno sviluppo sostenibile non può prescindere da una un sistema infrastrutturale di trasporto efficiente e una mobilità green che garantisca il facile accesso di persone e merci. «Occorre completare le infrastrutture strategiche e accelerare gli interventi su quelli esistenti. Le 14 associazioni stilano un elenco di opere «irrinunciabili», tra questi il raccordo autostradale della Valle Trompia; fare dell’Aeroporto Gabriele d’Annunzio di Montichiari un hub vocato alla movimentazione delle merci; la stazione Tav sul Lago di Garda in prossimità di Sirmione per incrementare l’accesso turistico; la trasformazione valorizzazione della piattaforma logistica dello scalo merci «Piccola Velocità»; senza dimenticare lo sviluppo della Metropolitana di Brescia verso il Nord della città capoluogo ed il potenziamento dell’accessibilità alla Valcamonica con la SS42 del Tonale.
Autonomia differenziata
Le 14 associazioni «credono in un’Italia unita», ma ritengono che un’autonomia amministrativa e organizzativa delle regioni «renderebbe più semplice e competitiva la Lombardia». La competizione è con l’Europa e questo passaggio consentirebbe «maggior semplificazione amministrativa. L’autonomia - si legge nel documento - va però «definita in modo intelligente, evitando approcci ideologici», «non può diventare un tema divisivo che spacca il Paese».
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