Economia

Redditi, il 30% dei bresciani dichiara meno di 15mila euro

La crescita degli stipendi migliora il quadro rispetto al periodo pre Covid, ma oggi pesa di più il carovita
Il reddito medio dei bresciani è superiore a quello nazionale © www.giornaledibrescia.it
Il reddito medio dei bresciani è superiore a quello nazionale © www.giornaledibrescia.it
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Le dichiarazioni presentate lo scorso anno confermano, nel complesso, una crescita dei redditi prodotti nella nostra provincia. I dati diffusi due giorni fa dal Dipartimento delle Finanze certificano che il reddito medio (al lordo delle imposte) riportato nel Modello 730 o nell’Unico dai bresciani ammonta a 26.221 euro nel 2023, in significativo aumento rispetto ai 24.556 euro dei dodici mesi precedenti.

Dalla fotografia scattata dal Ministero dell’Economia emerge inoltre che il valore medio dei redditi dichiarati nella nostra provincia resta superiore a quello nazionale (pari a 24.830 euro), seppur ancora oggi il 30,19% dei contribuenti bresciani viva con meno di 15mila euro (lordi) l’anno, circa mille euro netti al mese.

Sotto la lente

In termini assoluti, i Comuni che contano il maggior numero di contribuenti con un reddito pari o inferiore ai 15mila euro sono Brescia (46.722), Desenzano (6.861) e Montichiari (5.809), nonostante i primi due municipi, sempre secondo i dati del Mef, vantino rispettivamente un reddito medio di 29.406 e 30.987 euro, al di sopra del medesimo valore provinciale.

Da un punto di vista più oggettivo risulta invece che i Comuni che presentano una maggiore incidenza dei contribuenti con dichiarazioni dei redditi inferiori ai 15mila euro sono Magasa (47,06%), Incudine (45,90%), Tignale (42,93%), Corteno Golgi (41,13%) e Monno (40,23%). In sostanza, in queste cinque comunità almeno quattro contribuenti su dieci vivono con circa mille euro netti al mese. Questi stessi paesi (Corteno Golgi escluso) registrano un reddito medio tra i più bassi a livello provinciale: 18.055 euro a Magasa, 18.911 euro a Incudine, 19.240 a Tignale e 19.892 euro.

Lo stesso rapporto non vale per altri due Comuni dell’Alta Valsabbia, come Treviso Bresciano e Capovalle, che pur riportando nel totale delle loro dichiarazioni dei redditi un valore ampiamente sotto la media provinciale (20.762 euro a Treviso Bresciano e 19.848 euro a Capovalle), in questi due paesi si riscontra la minore incidenza di contribuenti con un reddito inferiore ai fatidici 15mila euro: «solo» il 20,68% del totale nel municipio del sindaco Mauro Piccinelli e il 23,99% in quello del primo cittadino Giordano Ferraroni. Una bassa incidenza di contribuenti sotto i 15mila euro l’anno si ritrova poi anche a Bassano Bresciano (24,21%), Lozio (24,67%) e Paspardo (24,89%).

Il trend

Un recente rapporto dell’Inps testimonia che negli ultimi cinque anni gli stipendi dei bresciani hanno osservato una crescita del 13%. Questa variazione motiva in parte la rilevante diminuzione del numero di contribuenti più «poveri» nella nostra provincia: se nel 2019, prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, le dichiarazioni inferiori ai 15mila euro erano 327.571, nel 2023 sono diventate 284.130. Un aumento degli stipendi evidentemente per alcuni contribuenti bresciani è costato il «salto» nella classe di reddito superiore.

Come rimarcavamo però su queste colonne ancora domenica 13 aprile, l’incremento dei salari non ha sempre concesso ai bresciani un maggior potere di acquisto perché nel frattempo i rincari dell’energia, l’inflazione e le guerre commerciali hanno limitato il loro portafoglio e quindi la capacità di spesa.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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