Rc auto sempre più cara: a Brescia un rincaro del 7%
Assicurare l’auto diventa sempre più costoso e dopo le denunce dei consumatori ora lo certifica anche l’Ivass (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), l'autorità che vigila sul comparto assicurativo. È ormai da due anni che i prezzi aumentano, e quest'anno il premio medio della Rc auto sale a 403 euro, il 6,2% in più sul 2023.
I rincari non risparmiano nessuna città: tutte le province registrano incrementi di prezzo, compresi tra il +1,3% di Isernia e Catanzaro e il +9,3% di Roma. Tra le città che hanno visto salire maggiormente la quota assicurativa, dopo Roma, ci sono Enna, Cagliari e Catania (+8,30%). E viaggiano sopra il 7% anche Campobasso, Genova, Lecco, Brescia, Palermo, Rovigo, Treviso, Barletta, Sassari, Viterbo, Udine.
In termini assoluti la sorpresa più amara a giugno è stata per i cittadini di Napoli, che per assicurare l'auto hanno dovuto versare 583 euro. A seguire, la classifica dei premi più cari vede Prato (574), Caserta (517), Pistoia (497), Firenze (487), Massa Carrara (485), Lucca (474), Genova e Roma (464). Il costo più basso è invece a Enna (290), Potenza (301), Oristano (306), Pordenone (311), Biella (317), Aosta (319), Vercelli (325), Gorizia (326). In sostanza il differenziale di premio tra Napoli e Aosta è di 264 euro, in aumento del 5,5% rispetto al 2023.
Anche l'anno scorso il rincaro era stato record: +6,80% sul 2022, con un premio medio salito a 380 euro. Mentre nel 2022 c'era stato un calo (-2,40%), che aveva portato il premio medio a 356 euro, dai 365 del 2021.
Per le associazioni dei consumatori si tratta di tariffe immotivate. Il Codacons ricorda che non sono giustificate né dall'aumento degli incidenti né dalla situazione economica delle compagnie di assicurazioni «per le quali la dotazione patrimoniale si è consolidata, la redditività è migliorata e la liquidità è divenuta più distesa».
Per Assoutenti le cifre non si spiegano considerato anche che l'inflazione scende e le società di assicurazioni registrano utili da record, e l'Unc parla di «batosta» che evidenzia una disparità territoriale sulla quale «andrebbe aperta un'indagine conoscitiva da parte dell'Antitrust».
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