Economia

Quando riparare l'auto era un'arte

La Carrozzeria Cremona, la più vecchia di Brescia, festeggia mezzo secolo di attività.
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La Fiat aveva portato il motore della storica 600 a 750 cc. Finalmente si andava un po' più forte. Ma l'utilitaria che ha messo gli italiani su quattro ruote era ancora una cosa da ceto medio abbiente, se non da ricchi. Soprattutto se si riusciva a mettere la 600 sotto il portico (il garage era ancora una rarità), in caso di incidente si riparava, eccome se si riparava.
Nell'archivio della Carrozzeria Cremona c'è una foto del 1962 con la Fiat 600 cui si è rifatto cofano, parafanghi e parabrezza, in pratica un rifacimento completo che oggi non si farebbe più. Il fatto che il motore fosse dietro ha reso meno onerosa l'operazione. E poi le auto erano più semplici. Oggi se tamponi rompi almeno tre radiatori. La curiosità è che era di una nota imprenditrice bresciana che oggi non viaggerebbe certo su una Punto.

Con Lino Faini, che venerdì sera ha riunito amici e clienti nel capannone della Carrozzeria Cremona per una bicchierata e uno spiedo, sembra di sfogliare un libro di storia. E invece si tratta solo di 50 anni fa, tanti ne compie la carrozzeria artigiana più vecchia di Brescia (è nata il 10 ottobre 1962) e il protagonista, Faini appunto, è in gran forma e i suoi 81 anni non gli impediscono di frequentare il suo minuscolo ufficio ricavato in un angolo del capannone. È lo stesso ufficio dal 1964 quando l'azienda si è trasferita in via Ceruti da via Cremona, dove era nata e da dove si è portata la ragione sociale. Vero, tutto è cambiato. I grandi lavori non si fanno più. Se il danno è notevole si preferisce rottamare, la riparazione costerebbe troppo. I due banchi di squadratura che erano l'orgoglio dell'azienda nel 1967, tra i primi sulla nostra piazza, sono in un angolo inutilizzati. La crisi, che dura ormai da anni, che ha fatto rifiorire l'attività dei ciabattini, dovrebbe aver riportato la gente a far riparare l'auto. Non è vero, spiega Faini, oggi chi ha avuto un incidente fa riparare l'auto se ha ragione e c'è l'assicurazione che paga.

Anche il lavoro di una carrozzeria è cambiato. Certo conta ancora la mitica manualità del carrozziere artigiano, ma oggi una carrozzeria è più una società di servizi. La Carrozzeria Cremona propone ai cliente l'assistenza completa nel recupero del danno: fai la denuncia e poi pensa a tutto il carrozziere che è convenzionato con tutte le compagnie della piazza. Faini è stato uno del primi (dal 1978) a immaginare questo servizio.

Se una cosa non è cambiata in mezzo secolo è che farsi pagare è sempre un problema.
Anche se il tonico, ma anziano fondatore è sempre lì, nel 2005 è avvenuto anche formalmente il passaggio generazionale. La società ora è gestita dalla figlia di Lino, Emanuela, con il marito Giacomo Regosa. Il fatturato si aggira sugli 800 mila euro con sette operai più una impiegata. Nulla di simile ai 23 dipendenti della fine degli anni '70. Anche se, dice Faini con una punta di orgoglio, chi lavora con noi lo fa per tutta la vita: l'anzianità media in azienda è sui trent'anni.

In questa occasioni il ricordo corre agli inizi e Lino Faini (figlio di una ortolana e di un falegname) ricorda come ieri quando era operaio alla Breda e il carrozziere lo faceva dalle 18 a mezzanotte. Aveva cominciato con un socio, Giovanni Cristani da cui si è separato nel 1979. Si lavorava in un cortile in via Cremona dove ci si rubava lo spazio con 32 attività. Il riscaldamento, sorride Faini, era «a fiato» e in due non si guadagnava uno stipendio. Poi il gran salto nella attuale sede e l'arrivo alla Carrozzeria Cremona del primo forno per la verniciatura. Vero, attirava chi aveva auto di lusso, ma funzionava male e la carrozzeria ha rischiato la catastrofe. Una «catastrofe» che stava ripetendosi nell'autunno caldissimo (sul piano sindacale) del 1977 per un aspro conflitto con i sindacati. Una vicenda dura anche sul piano umano per l'imprenditore che, malgrado il lavoro in carrozzeria, ha sempre trovato tempo da dedicare alle Acli e soprattutto all'Azione cattolica.

Gianmichele Portieri

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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