Quali sono le tre Pmi bresciane che sono cresciute di più negli ultimi 5 anni
È stata presentata ieri nell'aula magna di Economia la nuova ricerca del GdB dedicata alle 500 piccole e medie imprese che fanno grande Brescia. Si tratta di un'analisi dedicata alle piccole-medie imprese con un volume d’affari tra i 3 e i 12 milioni di euro e che nel quinquennio 2017-2021 hanno macinato tassi di crescita straordinari, curata per il sesto anno consecutivo dal GdB in sinergia con Università degli studi di Brescia.
La ricerca è disponibile oggi 24 febbraio in edicola con il nostro quotidiano (gratuitamente in allegato al GdB) e nella sua versione digitale su bilanci.giornaledibrescia.it. Sul portale i dati sono interrogabili in modo semplice e interattivo, applicando anche filtri geografici e di settore, da tutti gli utenti premium, cioè coloro che hanno sottoscritto l'abbonamento annuale (al prezzo di 10 euro), che consente di accedere anche all'analisi dei bilanci delle prime mille imprese bresciane per fatturato, oltre che a tutto l'archivio delle scorse edizioni.
Veniamo ora alle tre piccole e medie imprese che si sono distinte per le loro performance nell'ultimo quinquennio.
MRSteel a Pian Camuno
L’azienda camuna ha saputo crescere, integrando personale qualificato e specializzato e concentrando i suoi sforzi sulla lavorazione: ha investito sull’acquisto di macchinari per la trasformazione dei materiali e spostato così nella lavorazione la sua principale attività, anche se continua ad operare nel trasporto su strada per conto terzi. Tra i servizi aggiuntivi forniti c’è anche quello di stoccaggio merci nel nord Italia.
Industria Colori di Bedizzole
Il secondo gradino del podio spetta ad Industria Colori di Bedizzole, che ha un tasso annuo di crescita composto (Cagr) delle vendite del 91,9%. Attiva nel settore della verniciatura, l’azienda presieduta da Giuseppe Antonioli coaudivato dall’a.d. Marco Dragoni propone soluzioni che vanno dal comparto moda (dall’occhialeria alla gioielleria sino all’orologeria) all’automotive (con marchi noti in tutto il mondo come Porsche, Jaguar, Rolls-Royce, Bugatti, BMW) ed al cosiddetto Pvd Sputtering, processo che consente una produzione quasi illimitata di rivestimenti su qualsiasi tipo di superficie per creare nuovi materiali più resistenti, leggeri, puliti ed economici. Inoltre, l’azienda breciana ha investito molto nella verniciatura del legno e del vetro, un settore in forte crescita in virtù di un recente ritorno a materiali biocompatibili e sostenibili. Infine, Industria Colori è rivenditore esclusivo in Italia di Berlac AG, leader internazionale nella produzione di vernici speciali per materie plastiche e metalli.
Negli anni è cresciuta molto nel fatturato, passando dai 363mila euro del 2017 ai 4,9 milioni del 2021, con una media nel quinquennio di 2,683 milioni di euro. L’Ebitda è passato da 5,1 a 3,3%, con una media nei 5 anni del 3,2%, mentre il Roi è sceso dal 4,5 del 2017 al 4,4 del 2021, con una media nel quinquennio del 3,3%. Ancora, il patrimonio netto è schizzato da 23 a 60 ed il rapporto tra gli oneri finanziari e l’Ebitda da 50,7% a 44,9%.
Calcem di Gavardo
Al terzo posto nella classifica delle «Piccole che fanno grande Brescia», troviamo la Calcem di Gavardo, che vanta un Cagr (vale a dire tasso di crescita annuale composto) del 73,8%. Nata alla fine degli anni Novanta, è specializzata nella realizzazione di elementi strutturali prefabbricati in calcestruzzo. La capacità di rispondere in tempi adeguati con qualità di primo ordine è stata e continua ad essere la leva commerciale che ha permesso al patron Driss El Messaoudi la fidelizzazione di importanti clienti, anche se non poca versatilità deriva all’azienda anche dalla sua capacità produttiva in nicchie quali ad esempio la produzione di conci prefabbricati per gallerie (un esempio sono quelli della metropolitana di Torino o della Galleria di Valico) o quella di capannoni prefabbricati.
Anche la Calcemquesta azienda ha mostrato di essere cresciuta esponenzialmente negli anni. In primis, nel fatturato, con i ricavi che sono passati dai 408mila euro del 2017 ai 3,7 milioni del 2021, e con una media nel quinquennio di 2,2 milioni. L’Ebitda è rimasto stabile al 3%, con una media nei 5 anni del 4%, mentre il Roi è salito dal 3,6 del 2017 al 6,7 del 2021. Ancora, il patrimonio netto è passato da 18 a 273mila euro, mentre il rapporto tra gli oneri finanziari e l’ebitda dal 2,7 al 7,1%. Infine, il rapporto di indebitamento, è salito da 2 a 4,6 punti.
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