Protesta dei corrieri: nel Bresciano 150mila consegne al giorno

Flavio Archetti
La maggior parte sono a carico dei circa 400 lavoratori «guidati» da Amazon, che ieri hanno protestato a Castegnato: «Condizioni insostenibili»
Nel Bresciano ogni giorno vengono consegnati oltre 150mila pacchi © www.giornaledibrescia.it
Nel Bresciano ogni giorno vengono consegnati oltre 150mila pacchi © www.giornaledibrescia.it
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La grande quantità di merce che quotidianamente ordiniamo e che viene recapitata alle nostre case o alle nostre aziende dipende dai corrieri e dai riders che ieri hanno protestato davanti alla sede Amazon di Castegnato per condizioni di lavoro ritenute – da loro e dai rappresentanti sindacali – «insostenibili».

Questi lavoratori, che passano le loro intere giornate sui furgoni, muovono ogni giorno a Brescia e nel Bresciano qualcosa come 150.000 pacchi, la maggior parte lavorati e consegnati da corrieri «diretti» da Amazon, la multinazionale americana presieduta da Jeff Bezos, ma anche da altri gruppi come Fedex, Ups, Dhl, Sda, Gls e Brt.

I numeri

A distribuire i centocinquantamila pacchi al giorno ci pensano oltre un migliaio di uomini, di cui circa 400 in forza al gruppo Amazon (ma sono tutti assunti da sette aziende esterne che lavorano in appalto), che grazie a un'organizzazione particolarmente efficiente riesce a caricare ogni mattina su ogni furgone anche più di 200 pacchi per circa 140-160 consegne, un numero che i gruppi concorrenti non riuscirebbero nemmeno ad avvicinare.

A contribuire all’ingente quantità di consegne ci sono anche molti gruppi di piccole o piccolissime dimensioni, difficili da conteggiare, che affittano i furgoni giorno per giorno e si presentano davanti alle nostre case con veicoli anonimi, privi di marchi o nomi di aziende sulle fiancate. Questo piccolo esercito percorre la nostra provincia da cima a fondo 365 giorni l’anno (anche se nei festivi il movimento è minore), dalla cima delle valli Camonica, Trompia e Sabbia, ai laghi di Garda e Iseo, passando per Franciacorta, hinterland e Bassa, ma concentrandosi maggiormente sulla città, dove la densità abitativa significa consegne più concentrate e meno chilometri da percorrere.

Criticità

La vita del corriere comunque è dura, anche se vale circa 2.000 euro al mese. Come spiega il segretario organizzativo di Filt Cgil Davide Bertolassi, «il 40% di loro ha un contratto a tempo determinato e questo significa che se non consegni tutti i pacchi entro fine giornata, non ti viene rinnovato il contratto. Allora devi correre, ma se corri fai incidenti, danneggi il furgone e lo devi ripagare di tasca tua. Di recente, in Amazon, un ragazzo neoassunto ha rotto uno specchietto, danno del valore di circa 140 euro, e ha dovuto rifondere all’azienda 640 euro. E poi ci sono le multe, quindi se ne prendi quattro perché sei al volante con il telefono in mano ti ritirano la patente e l’azienda poi ti licenzia. Come se non bastasse oggi ogni furgone è tracciato con il gps e, anche se la legge 300 del 1970 lo vieta (articolo 4), i conducenti sono controllati in ogni momento».

L’algoritmo

A rendere arduo il compito ci sono anche l’algoritmo, che detta i percorsi da fare, e gli inconvenienti. «Qualche tempo fa un driver che percorreva le valli bergamasche aveva difficoltà a raggiungere alcune strade perché il furgone non passava nelle strettoie – ricorda il segretario generale Fit Cisl Brescia-Valcamonica settore Trasporti, Mario Bresciani –. Come sindacato abbiamo chiesto più volte all’azienda la fornitura di un mezzo più piccolo ma non siamo mai stati accontentati. Come mai? Sul più piccolo ci stanno meno pacchi».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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