Economia

Prolifiche, dinamiche e strutturate: l’evoluzione delle imprese edili

A Brescia, nel comparto delle costruzioni si contano 17.743 realtà con 44.389 dipendenti
Severino Gritti, Nunzia Vallini, Fabio Rizzitelli, e Roberto Saccone, Ance Brescia convegno Edilizia dello Sviluppo economico, 24 luglio 2024. Filippo Venezia Fotolive
Severino Gritti, Nunzia Vallini, Fabio Rizzitelli, e Roberto Saccone, Ance Brescia convegno Edilizia dello Sviluppo economico, 24 luglio 2024. Filippo Venezia Fotolive
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La valenza del comparto edile nel sistema economico bresciano è storicamente molto rilevante ed è stato confermato anche ieri dai risultati dell’ultima analisi economico finanziaria realizzata dall’Ance. Negli ultimi anni, peraltro, come emerge dallo studio realizzato in collaborazione con l’Ordine provinciale dei dottori commercialisti ed esperti contabili e la Camera di commercio cittadina, le imprese delle costruzioni sono state protagoniste di un’evoluzione che con tutta probabilità non si è ancora esaurita, anzi.

Le sfide che il mercato pone agli operatori del settore, come ad esempio quella della sostenibilità e le complicazioni nel reperire manodopera, richiederanno alle stesse realtà imprenditoriali non solo nuovi sforzi dal punto di vista monetario e gestionale, ma anche da quello culturale. Impegni non indifferenti che il distretto bresciano delle costruzioni non potrà trascurare e tantomeno disattendere, ma che invece potrà sostenere con la forza dei «numeri» fin qui espressi e la consapevolezza del «valore» delle persone che ci lavorano.

Il punto

«Se a fine 2023 il comparto bresciano delle costruzioni contava 17.743 imprese con 44.389 addetti - ha descritto con la sua consueta precisione Maria Elena Russo per conto dell’ente camerale -, la "filiera lunga" dell’edilizia vede coinvolte 32mila imprese e oltre 75mila lavoratori, che corrispondono al 26,6% delle imprese della provincia e al 16,5% degli addetti».

A Brescia, insomma, un’azienda su quattro è legata all’edilizia, così come un lavoratore su sei. Non è finita qui. Come ha evidenziato in apertura Enrico Massardi di Ance Brescia, se il Valore della produzione realizzato dal comparto nazionale delle costruzioni ammonta a 168,93 miliardi, quello provinciale ne ricopre il 3,77% (e il 13,66% di quello lombardo) per un cifra superiore ai 6,36 miliardi.

«Siamo un settore strategico - ha commentato Massardi -: le costruzioni contribuiscono direttamente all’11% del Pil e questa percentuale cresce fino al 20% se si considerano anche tutte le attività collegate. Inoltre, un recente studio realizzato da Ance e Istat ha mostrato l’effetto propulsivo che una spesa in costruzioni può generare in termini di produzione diretta, nei settori collegati, nonché all’occupazione. Non vorrei peraltro trascurare il fatto che la quasi totalità degli acquisti ai fini produttivi sostenuti nel settore delle costruzioni ha origine interna, mentre solo una minima parte proviene dall’estero».

All’orizzonte

Una delle funzioni che l’osservatorio dell’Ance ricopre è anche quella di dare una nuova prospettiva alle imprese sia dal punto di vista del credito sia da quello delle performance di mercato, verificando nello stesso tempo il posizionamento del comparto in termini di sostenibilità e in ottica economico-finanziaria. «Solo così possiamo riscontrare chi è più preparato per il futuro» ha chiosato Massardi, prima di restituire la parola al direttore del Giornale di Brescia, Nunzia Vallini, che ha moderato la giornata di lavori nell’Auditorium dei Capimastri nella sede di Ance.

«Nel periodo 2018-2023, le imprese edili bresciane si sono dimostrate molto dinamiche nonostante alcune pesanti difficoltà emerse negli anni, leggi anche rincari delle materie prime e blocchi temporanei dei bonus fiscali - ha sottolineato Russo -. Tuttavia, nello stesso arco temporale le stesse aziende hanno continuato ad assumere (gli addetti in forza nel 2018 erano 36.845 e 44.389 nel 2023) e seppur si sia registrata una forte difficoltà a reperire personale e una contrazione delle società iscritte alla Camera di commercio (18.016 nel 2018 e 17.743 nel 2023), ora si rileva una maggiore presenza di realtà più strutturate». In altre parole, sono aumentate le imprese di medio grandi dimensioni (almeno un’azienda su tre, il 31,3%, è una società di capitali, mentre il 56,7% mantiene la forma giuridica di impresa individuale)».

Non va infine trascurato il fenomeno legato alle nuove generazioni e all’imprenditoria straniera. Russo a tal proposito rileva una significativa crescita delle imprese (spesso di piccolissime dimensioni) fondate da immigrati e dedicate a particolari ambiti del settore delle costruzioni. 

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