Prezzi calmierati dell’energia, opportunità per 351 imprese bresciane
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Sono ben 351 le imprese bresciane inserite nella lista degli energivori (aziende a forte consumo di energia), istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali (Csea). Il Ministero delle Imprese ha varato nei mesi scorsi un provvedimento per cercare di abbattere il costo dell’energia per queste imprese, si chiama Energy release.
Il meccanismo consente agli energivori di usufruire di prezzi calmierati per l’energia elettrica a fronte dell’installazione di nuova capacità rinnovabile.
Settori differenti
Nella nostra provincia a trarne beneficio potrebbero appunto essere ben 351 imprese (la lista del Csea conta 5.000 imprese). Si tratta di una squadra vasta e trasversale a decine di settori, che conta 36.000 occupati e oltre 20 miliardi di fatturato, in cui figurano fonderie e acciaierie, ma anche imprese del settore della gomma e plastica, imprese agricole, cotonifici, filature, cartiere, realtà dell’agroalimentare, produttori di componentistica automotive, di presidi sanitari, cavatori, stampatori, retifici, oleifici, raffinerie di metalli e perfino un’agro-ittica e due imbottigliatori di acqua.
Le adesioni
Tra loro marchi noti del «made in Brescia» agroalimentare, come Acqua Maniva, Agro Ittica Lombarda, Ambrosi, Centrale del Latte, Gardalatte, Alcass e Valdigrano; colossi della siderurgia come Alfa Acciai, Feralpi, Fonderie Ariotti, Fonderie Glisenti, Fonderie Frigerio, Franchini Acciai, Eural Gnutti, Ori Martin; ma anche Cartiera del Chiese, Cartierea di Nave, Copan, Hipac, Dolomite Franchi, Streparava, Bonomini, Cittadini.
La scadenza del bando
La corsa ad accaparrarsi i 23 terawattora all’anno (per tre anni) di energia a basso costo si gioca ormai in pochi giorni. Il bando per accedere al sostegno è stato pubblicato il 14 novembre, ma la scadenza per presentare la domanda è il 14 febbraio. Gli operatori del settore stimano che la domanda di energia sarà ben superiore all’offerta, e non è difficile capire il perché. Nel 2024 il prezzo spot rilevato in Italia si è attestato sui 109 euro per megawattora, un valore più alto del 108% di quello pagato in Francia, del 44% di quello pagato in Germania e del 92% di quello in Spagna.
Le condizioni
L’Energy release comunque pone ai beneficiari alcune condizioni. Consente di accedere a forniture vantaggiose a fronte dell’impegno a realizzare impianti per l’autoconsumo di produzioni elettriche in arrivo da fonti rinnovabili. L’imprenditore che aderisce avrà tempo 40 mesi per dotarsi dell’impianto e poi restituire l’energia anticipata entro 20 anni, a un prezzo pari a quello d’acquisto. La nuova energia rinnovabile dovrà essere prodotta con nuovi impianti o con il rifacimento di strutture esistenti.
Secondo Enrico Frigerio, consigliere delegato di EF Group–Fonderia di Torbole, «il nuovo sistema merita di essere valutato con attenzione perchè rappresenta la via italiana al lavoro di disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Si tratta di uno strumento che concede liquidità alle aziende a costi contenuti e che può essere utilizzato per finanziare la realizzazione di nuovi impianti green».
Il «release» arriva in un momento delicato per la nostra economia. Come ricordato dal presidente di Assofond Fabio Zanardi, «Ci troviamo in una situazione mai vista, con i prezzi dell’energia alle stelle e la domanda di mercato in drastico calo. La nuova impennata di gas e elettricità sta avendo serie ripercussioni sulle imprese energivore, mettendone a rischio competitività e sostenibilità». Per semplificare la procedura richiesta Assofond ha strutturato un servizio di consulenza sull’operazione.
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