Prandini: «Per Coldiretti il futuro è nel segno della biodiversità e dell’identità»
Schiena dritta e sguardo in avanti. Una storia lunga 80 anni, un percorso ricco di soddisfazioni, tante le battaglie combattute e numerosi i risultati ottenuti da Coldiretti per il bene dell’agricoltura italiana.
Oggi la sfida di Coldiretti e delle sue migliaia di aziende associate è di andare avanti attraverso sperimentazione e innovazione pur sempre mantenendo il realismo e la concretezza che caratterizza la provincia di Brescia. Questo il tema affrontato durante l’assemblea annuale di approvazione del bilancio di Coldiretti Brescia che si è svolta presso la cantina «Ca’ del Bosco» di Erbusco, alla presenza del presidente nazionale Ettore Prandini, della leader provinciale Laura Facchetti, del presidente regionale, il bresciano Gianfranco Comincioli, dei numeri uno di sezione e del direttore Massimo Albano.
La prima parte dell’assemblea è stata dedicata alla lettura del bilancio consuntivo 2023 e del preventivo 2024 di Coldiretti Brescia approvati all’unanimità. «La nostra annuale assemblea è sempre un appuntamento fondamentale per la nostra organizzazione - ha sottolineato la presidente Laura Facchetti - e il bilancio sociale anche quest’anno è risultato positivo. Ma oggi più che mai è necessario consolidare e implementare i servizi offerti dandoci obiettivi sempre più importanti per restare competitivi sul mercato».
La storia
Obiettivi che per una Organizzazione nata il 30 ottobre 1944 con la Seconda Guerra mondiale ancora in corso (all’epoca c’erano più di 700mila ettari di seminativi distrutti dal conflitto e una produzione agricola ridotta della metà rispetto al 1938) e con un Paese alla fame tutto da ricostruire, sono certamente alla portata di mano di una classe dirigente sempre più rinnovata, unita e competente perché oggi un agricoltore è prima di tutto un imprenditore.
Quindi grande spazio all’evento per gli 80 anni di Coldiretti che vedendo la platea degli invitati composta da molti giovani, si può dire: avere sì 80 anni, ma non sentirli. Infatti, come ha sottolineato il leader nazionale di Coldiretti Ettore Prandini «la nostra organizzazione è viva più che mai e non arretrerà su nessuno dei dossier aperti, come quello sulla carne sintetica, perché sono battaglie di civiltà».
Tant’è vero che dalla sua nascita come «costola» della Democrazia Cristiana grazie all’intuizione di Paolo Bonomi e per la verità anche con il sostegno di Papa Paolo VI e fino ad oggi con il bresciano Ettore Prandini, Coldiretti è sempre stata vista come una forza amica del Paese perché patriottica.
Il percorso
Ed è qui che sta la continuità che lega il percorso di Coldiretti dalla grande riforma agraria, che ha portato al risultato storico di consegnare oltre due milioni di ettari ai contadini o meglio ai coltivatori diretti, fino alla legge di orientamento del 2001, con l’indicazione in etichetta dell’origine, e alla nascita di Campagna Amica e di Filiera Italia.
«Non c’è futuro senza conoscenza - ha affermato Prandini -, e la strategia è stata ed è sempre di guardare al futuro. E anche oggi il futuro è nel segno dell’identità, della distintività e della biodiversità. Siamo convinti europeisti - ha aggiunto il presidente di Coldiretti - ma nella difesa della nostra storia contro il principio dell’omologazione».
Il prossimo traguardo, ha annunciato Prandini: «È l’abolizione del codice doganale. Deve essere riconosciuto come italiano solo ciò che proviene dall’agricoltura italiana. Una battaglia che si lega a quella per il riconoscimento del principio di reciprocità, perché se le regole non sono uguali per tutti si distrugge la competitività delle imprese italiane che rispettano tutte le norme su qualità e lavoro».
Perché per Coldiretti la trasparenza è un punto fermo così come la legalità. Schiena dritta e sguardo in avanti.
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