Prandelli, via libera dal Tribunale alla vendita dei beni aziendali

Arriva l’ok al concordato semplificato per la Prandelli di Lumezzane, storica azienda bresciana da oltre un secolo specializzata nella produzione di tubi, raccordi ed accessori in materie plastiche e metallo-plastiche per uso sanitario, riscaldamento e industriale.
Lo scorso 3 di aprile, vi è stata l’omologazione da parte del Tribunale della procedura aperta dall’azienda (assistita dall’avvocato Giocchino Massimiliano Tavella dello studio CT Law di Milano come advisor legale e da Michela Manfredi e Cristina Benini di Bologna come advisor finanziari) che ora potrà procedere al piano di liquidazione dei beni senza ricorrere alla procedura fallimentare. In occasione della presentazione del concordato semplificato, ad ottobre 2024, il Tribunale aveva nominato come ausiliario il commercialista Antonio Donda, ed in sede di omologa è stato nominato come liquidatore il collega Simone Sgorbati.
Il punto
Nel periodo ante omologa, fa sapere lo stesso Sgorbati, la procedura è riuscita già a vendere beni e immobili per circa 6 milioni di euro, nonché a pagare i debiti dei 52 dipendenti, comprensivi di incentivi all’esodo, grazie ad un accordo sindacale.
Non è invece andata a buon fine l’operazione paventata a novembre 2024 con la spagnola Investrial Corporativo che aveva presentato un’offerta di acquisto di Prandelli Polska per 2,6 milioni di euro (o meglio, la società spagnola si è aggiudicata i macchinari per 800mila euro circa ma non la partecipazione).
Azienda storica
Sta dunque per arrivare al suo epilogo la storia di una delle realtà imprenditoriali bresciane più antiche ed al tempo stesso visionarie, basti pensare che la Prandelli, fondata nell’ormai lontano 1899, fu la prima azienda italiana a produrre, nei primi anni Settanta, i tubi in plastica (in polietilene reticolato) mentre nel 1998 fu la prima azienda a produrre i tubi multistrato con i relativi raccordi e, ancora, fu tra le prime realtà della nostra provincia a comprendere la valenza strategica dell’internazionalizzazione attraverso partnership straniere prima (ad esempio, nel 1989 con la portoghese Coprax) e successivamente con la creazione, nel 1992, di una filiale polacca (la Prandelli Polskaconse dea Gdansk) per la distribuzione di prodotti in Polonia, nei Paesi dell’Est e in Russia.
Purtroppo, il Covid come la crisi generata dallo scoppiare del conflitto russo-ucraino e dall’impennata dei costi delle materie prime non hanno risparmiato nemmeno lei, che nel giugno del 2023 ha avviato la composizione negoziata della crisi: il 2022 si era infatti chiuso con una perdita di 5,9 milioni, mentre la redditività nel 2023 era tornata su livelli positivi (246mila euro di utile, con ricavi per 12,3 milioni - in calo dai 22,7 milioni dell’anno prima - e un patrimonio netto di 1,7 milioni a fronte di debiti, però, per 14 milioni) ma non sufficienti a salvarla. Le trattative avviate nei mesi successivi con una società australiana non sono infatti andate a buon fine, così come vana è stata la speranza di vedere un «cavaliere bianco» affacciarsi all’orizzonte.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.