Economia

Pompa di calore, sismabonus, cappotto: parola agli ingegneri

Cosa chiedono e che dubbi hanno i bresciani aspiranti 110%? Lo abbiamo chiesto ad alcuni tecnici
Il puzzle di bonus: la ristrutturazione è più conveniente con l’incastro di detrazioni
Il puzzle di bonus: la ristrutturazione è più conveniente con l’incastro di detrazioni
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La parola agli ingegneri suggerendo loro un punto di vista particolare. Ovvero: provate ad immaginare di avere davanti la classica assemblea condominiale, voi alcune ne avete già fatte, ebbene: provate a ri-raccontarci quali sono le domande più ricorrenti, i dubbi più diffusi fra chi è chiamato a decidere sul Superbonus 110% e diteci un quali sono le vostre risposte, quali le avvertenze che è bene imparare a memoria, quali sono, in una parola, le cose che è bene sapere, i vantaggi e i rischi possibili.

Ne abbiamo individuati tre. Tre ingegneri con specializzazioni diversificate. Parliamo poco del cosiddetto sismabonus, ovvero l’agevolazione (sempre al 110%) per mettere in sicurezza - lui preferisce dire adeguare - una casa o un condominio in chiave anti-terremoto.

--> Il primo è Mario Piovanelli, studio a Rovato, ingegnere strutturista, ovvero quello che calcola le strutture (fondamenta, solette, capacità di resistenza ecc.) quando si progetta un edificio o, per l'appunto, quando bisogna fare un intervento di adeguamento alle scosse sismiche.

Se ne parla relativamente poco del sismabonus. Immagino dipenda dai costi e dal fatto che, intuitivamente, questo è un intervento più invasivo.
«Certamente qualche invasività aggiuntiva c'è, però non è detto sia una cosa non gestibile. Quanto ai costi si deve sapere che per ogni unità immobiliare c'è il limite di 96 mila euro che possono essere considerati - mediamente - un buon indicatore dei costi effettivi».

Mi ripeto: sono lavori invasivi, bisogna andare a intaccare le fondamenta, servono gli scavatori...
«Non è detto. Il terremoto muove il fabbricato in orizzontale e quindi il lavoro vero lo si fa sulle solette, sui tetti. Dipende poi da che tipo di solette e dai tetti. Ci sono situazioni dove un intervento si rende necessario e utile perché ci sono dei travetti da adeguare, poi ve ne sono altri dove occorre inserire pilastri o setti (in cemento armato o acciaio) e poi è possibile ci siano interventi anche più invasivi. Ma la posta in palio è alta: una casa che regge meglio alle scosse di terremoto. Brescia città e il lago di Garda recentemente sono stati classificati zona 2 (il resto della provincia per la gran parte è 3), quindi siamo in un'area interessata dai terremoti. Ipotizzare un intervento di adeguamento antisismico credo sia una scelta di grande lungimiranza».

--> Il secondo ingegnere è Luca Fornoni da Travagliato, esperto in impiantistica che è, lo dico io, un po' il cuore della legge del Superbonus.

Qual è la domanda tecnologica più ricorrente che vi fanno in assemblea?
«Chiedono informazioni sulla pompa di calore e se è proprio necessario mantenere anche la caldaia».

Ci dia anche la risposta.
«Allora. In primo luogo ricordo che dobbiamo riconsegnare a lavori ultimati un edificio migliorato di 2 classi energetiche per quanto riguarda la climatizzazione invernale e che la legge punta essenzialmente a migliorare la qualità degli edifici ma soprattutto vuole ridurre al massimo l'uso di combustibili non rinnovabili e ricordo che anche il gas è una fonte non rinnovabile»

Perché questa precisazione così decisa?
«Perché molti pensano che il gas sia, mi passi il termine, ecologico. La legge incentiva le fonti rinnovabili e quindi la installazione di pannelli solari e della pompa di calore che funziona, appunto, con l'energia prodotta da questi pannelli. Però è anche vero che una caldaia, nella gran parte dei casi, serve.

Per quale ragione, questo significa che si hanno in casa due impianti per produrre calore?
«In molti casi sì. Se parliamo di case già esistenti per la gran parte hanno radiatori installati e quindi non hanno il riscaldamento a pavimento che funziona anche a basse temperature e che quindi sono ideali per la pompa calore. Una caldaia è poi necessaria quando la temperatura esterna si abbassa, quando fuori arriviamo ai 2°-3° serve un rinforzo alla pompa calore.

La tecnologia della pompa di calore è affidabile?
«Direi di sì. È ormai una tecnologia collaudata e guardi che è più facile fare il famoso salto delle due classi energetiche rinnovando gli impianti che col cappotto anche se consiglio di fare i due interventi: cappotto e impianti. Il riconoscimento fiscale per questi impianti è sostanzialmente adeguato: 30mila euro per le pompe di calore, per i pannelli sono previsti 2.400 euro per ogni kw installato (necessità medie per una abitazione dai 4 ai 6 kw; ndr) e poi ci sono i benefici per la batteria di accumulo (1.000 euro per ogni kw) che consente quindi di utilizzare l'energia solare prodotta di giorno per illuminare oppure - d'estate - per raffrescare».

--> Dopo gli ingegneri strutturista quello dell'impiantistica, ecco l'ingegnere energetico, lo specialista nell'isolamento termico. È Enzo Cattarina, studio in città. E dalla città Cattarina parte per ricordare a tutti - e lo ha fatto ormai in diverse assemblee condominiali - «che in città il salto energetico delle ormai famose 2 classi è più impegnativo che nella restante parte della provincia».

E perché mai, Brescia non è più fredda di altre parti...
«No, la colpa, diciamo così, è del teleriscaldamento. Le abitazioni collegate al teleriscaldamento di default già partono con una classe energetica più alta rispetto alle altre. E quindi serve, ad esempio, un cappotto più sostenuto».

Già che siamo sul tema cappotto. Mediamente che spessore deve avere e in che materiale. Altra domanda che ricorre: nei punti dove il cappotto non è possibile farlo come intervenite? E già che ci siamo: che costi ci sono?
«Allora. Diciamo che un cappotto per le nostre latitudini parte dai 14 centimetri e può essere in lana di roccia o polistirolo. Per quanto riguarda la zona della casa che non può avere il classico cappotto si ricorre al cosiddetto pannellino, ovvero un prodotto innovativo in aerogel, a basso spessore ma egualmente efficace. Ha un controindicazione: che costa mediamente il doppio del cappotto tradizionale che la legge del Superbonus indica in max 150 euro per mq».

E i risparmi in bolletta a quanto ammontano?
«Se ne parla poco. Non solo si risparmia da subito ma si sta meglio in casa. L’Europa spinge e darà fondi per questo obiettivo: entro il 2050 zero consumi di energie fossili. Quindi avanti con le rinnovabili. Lo ricordo nelle diverse assemblee: il 40% del consumo di energia è per il riscaldamento e il raffrescamento. Per questo l'Europa spinge perchè si adegui il patrimonio immobiliare. Si faccia conto che il risparmio mediamente verificato dopo un intervento con cappotto e pompa calore supera il 50% della spesa attuale in bolletta. Ma mi consenta anche di sottolineare due altri aspetti: una casa post intervento è più "nuova", più attuale, migliore per chi ci abita e poi c'è una rivalutazione del valore della casa stessa: un conto è un appartamento in classe F o G, un altro è un appartamento in classe A-B-C».

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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