Economia

Pochi millimetri di pioggia non attenuano il rischio siccità

Regione Lombardia è pronta a dichiarare lo stato di crisi idrica. In pericolo soprattutto le colture di mais
SICCITA', LOMBARDIA IN CRISI
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È arrivata. Ma è sempre di pochi millimetri ed a macchia di leopardo. Stiamo parlando della pioggia, tanto annunciata ed attesa. Nei giorni scorsi la prolungata siccità è stata al centro del Tavolo Idrico della Lombardia che ha visto riunire tutte le parti coinvolte e dove è stato ufficializzato l’imminente provvedimento della Regione con il quale verrà dichiarato lo stato di crisi idrica regionale e si disciplinerà l'applicazione «ragionata» delle deroghe al deflusso minimo vitale sia sulle aste fluviali di Adda e Oglio sia sugli altri sottobacini idrografici del territorio regionale.

La delibera

Saranno applicate misure finalizzate al contenimento dei prelievi ed al risparmio idrico. La delibera avrà come finalità anche quella di semplificare e velocizzare il rilascio delle deroghe provenienti dai singoli soggetti. Per allentare gli effetti della prolungata siccità e dare effettivo ristoro alle colture in campo servono almeno 40/45 millimetri di pioggia (in gergo agricolo come «una irrigata»), deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa. A rischio c'è soprattutto il mais, ma sono tutte le colture in campo che soffrono. Stiamo parlando di una superfice agricola utilizzata che nella nostra provincia è di circa 373 mila ettari ed un valore della produzione che supera i 300 milioni di euro all'anno.

Sulla base del monitoraggio condotto in queste settimane, sia a livello regionale sia a livello di Osservatorio del Distretto idrografico del fiume Po, si è confermata la persistenza di una situazione di «severità idrica media» (arancione) su tutto il territorio regionale.

Deficit di scorte

Sulla base dei dati resi disponibili da Arpa Lombardia, è inoltre confermata una situazione delle scorte idriche con un significativo deficit rispetto ai dati medi del periodo. Complessivamente il manto nevoso, gli invasi idroelettrici montani e i volumi accumulati nei grandi laghi regolati sono complessivamente inferiori al 50% rispetto alla media di riferimento (2006-2020).

La situazione è estremamente difficile ed il rischio è quello di perdere anche quei raccolti che potrebbero essere messi in sicurezza grazie a interventi rapidi e incisivi. In questo senso il tavolo regionale ha condiviso la richiesta del consorzio di bonifica di procedere con le richieste propedeutiche alla modifica dei livelli in aumento e riduzione della capacità di invaso. Anche perché, in ogni caso, siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici dove l'eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai quasi la norma.

La tendenza alla tropicalizzazione si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi. Il tutto ha generato in Italia costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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