Pmi bresciane più capitalizzate negli ultimi due anni
Nell’ultimo biennio quasi la metà (48%) delle Pmi bresciane si è rafforzata in termini di ricapitalizzazione. Nello stesso periodo la posizione debitoria delle imprese è tendenzialmente diminuita, sia nel breve che nel lungo periodo. Allo stesso tempo le aziende lamentano un peggioramento diffuso nelle relazioni con il sistema bancario, in particolare per la mancanza di persone di riferimento. A osservarlo è il focus «Finanza» realizzato dal Centro studi Confapi Brescia interrogando un campione di 100 imprese associate, per lo più del settore metalmeccanico e con fatturati tra i due e i 10 milioni di euro.
Da inizio 2020, le condizioni eccezionali vissute (chiusure Covid, stretta sulle materie prime, crescita speculativa dei prezzi dei materiali, tensioni geopolitiche) hanno messo a dura prova la gestione ordinaria delle Pmi. Ciò nonostante, nell’ultimo biennio, diversi indicatori hanno fotografato una situazione in progressivo miglioramento, anche sotto il profilo finanziario.
«Avere un'azienda più capitalizzata significa avere un'azienda più resistente e più in grado di assorbire gli shock di mercato, purtroppo sempre frequenti nel panorama attuale», commenta il presidente di Confapi Brescia e Lombardia, Pierluigi Cordua. Sul rapporto con gli istituti di credito, l’imprenditore osserva: «Molte imprese rilevano purtroppo una difficoltà di relazione, legata alla difficoltà di avere funzionari e figure di riferimento che non cambino e che siano in grado di dare risposte veloci. Le aziende più avanzate e meglio digitalizzate, sono quelle che sfruttano al meglio le moderne piattaforme online delle banche rendendo l’operatività più veloce e snella».
Per quanto riguarda il processo di ricapitalizzazione il 48% delle imprese osserva un miglioramento nell’ultimo biennio, a fronte dell’8% che rileva in diminuzione il capitale proprio. Più stabile la situazione dei crediti dell’impresa, in calo l'indebitamento. Circa un terzo delle imprese registra infatti una diminuzione dell’indebitamento sia nel breve che nel lungo periodo. Un po’ meno della metà le imprese che hanno una situazione debitoria costante, da segnalare il 26% di imprese che aumenta l’indebitamento nel medio-lungo periodo, un dato questo che è anche indice di sostegno ad attività di sviluppo e di progettualità d'impresa. Tra chi ha aperto nuove linee di credito nel 2024, in sette casi su dieci è stato per precise scelte di investimento.
Il focus di Confapi ha infine analizzato il tema della sostenibilità nelle relazione con le banche. In generale il grado di conoscenza sulle tematiche Esg è abbastanza diffuso e riguarda quasi la metà delle imprese (minore è pero la consapevolezza del possibile vantaggio competitivo che questa porta e ancor più il grado di adozione in azienda), sono meno del 20% le imprese che ritengono i temi Esg rilevanti nella relazione con gli istituti di credito. «La sostenibilità a 360° - chiude Cordua - è parte dell’attività d’impresa, dalla quale non si può prescindere».
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