Pichetto Fratin: «Comunità rinnovabili, sfida per l’indipendenza energetica d’Italia»

Anita Loriana Ronchi
Il Pnrr destina 2,2 miliardi ai piccoli Comuni. Incontro al Giornale di Brescia per fare il punto sulla misura
Cer, una sfida per l'Italia
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Uno stanziamento importante di 5 miliardi e 700 milioni, di cui 2,2 miliardi destinati (con contributo a fondo perduto del 40%) alla realizzazione di impianti nei Comuni sotto i 5.000 abitanti.

Per le Cer è arrivato il momento del grande «salto». Il decreto ministeriale, pubblicato il 24 gennaio, promuove la creazione e lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia, ratificando il passaggio ad una fase operativa che vede concretamente coinvolti diversi soggetti, cittadini, imprese, associazioni, parrocchie, enti locali.

Per il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, è una misura «di forte valenza sociale», finalizzata ad evitare la desertificazione dei piccoli borghi e conferire loro nuova competitività.

Informare il territorio

Fondamentale, in questo momento, risulta il ruolo dei media, per fare informazione e far conoscere un’opportunità che non ha precedenti, come ha rilevato il direttore del nostro giornale, Nunzia Vallini durante l’incontro organizzato in collaborazione con WeProject, per cui è intervenuta Ilaria Bresciani.

«Le Comunità energetiche rappresentano un’innovazione di modello, su cui c’è stato un lungo confronto tecnico e giuridico con la Commissione europea: significa legare la produzione ad un autoconsumo di gruppo, che riguarda utenze domestiche ed imprese. Qualcosa che deve aprire anche ad un cambiamento di abitudini e stili di vita - afferma il ministro, collegato da remoto -. Ci aspettiamo un numero elevato di Comunità, che uno studio stima andranno tra le 20 e le 30mila; perciò dobbiamo utilizzare tutti i fondi disponibili».

Le regole attuative ormai ci sono e, dal prossimo 8 aprile, sarà attiva la piattaforma per accogliere le candidature di progetto ed accedere agli incentivi. Il Gse (Gestore servizi energetici) ha messo a punto tutti gli strumenti, come riferisce la dirigente Estella Pancaldi: «Abbiamo attivato un canale dedicato e un team preposto a raccogliere le domande che riceviamo, nonché uno sportello virtuale; inoltre un percorso di webinar trisettimanali ed una serie di asset accessibili dal nostro sito ed un tutor che mettiamo a disposizione delle amministrazioni locali».

Nevralgico è pure il ruolo di Regione Lombardia, che ha avviato un tour informativo e che ha giocato d’anticipo, mettendo sul piatto fondi per 20 milioni. «Lanciando - ricorda la dirigente Elena Colombo - una manifestazione d’interesse che ha riscosso un notevole successo: più di 500 adesioni, che ci hanno permesso di individuare un primo set di progettualità con requisiti più definiti, di cui 340 proposte da Comuni». «C’è, da parte del nostro assessore, la volontà di incrementare questo fondo con risorse di 55 milioni da Fondi comunitari per poter allargare la platea dei Comuni beneficiari».

Condivisione

«Sfida affascinante», in cui diventa centrale il tema della progettazione partecipata, ovvero saper ascoltare il territorio e parlare di energia condivisa: «Tutto parte dal fare rete tra i diversi soggetti, che vanno a realizzare impianti da fonti rinnovabili e rendere disponibile l’energia che non consumano in prima persona - osserva Ilaria Bresciani -. Nella stessa Cer, ciascuno ha un ruolo diverso di prosumer o consumatore o entrambi le cose e l’energia, che è artefice di sinergie con ricadute sociali, viene prodotta a chilometri zero».

Delle Cer tanto si è parlato ed ora, concordano i relatori, «i tempi sono maturi», sia che si tratti di piccole realtà o di enti aggregatori. Lo rileva Jacopo Cosso, responsabile di settore di A2A Calore e Servizi, che pure assicura il massimo supporto a livello locale nell’ottica di realizzare una vera e propria transizione energetica. «Pensiamo sia una splendida opportunità; consente anche di abilitare investimenti che prima non aveva senso fare come, per esempio, mettere pannelli sul tetto della scuola che rimane chiusa d’estate».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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