Piano Mattei, l’Italia e Brescia guardano all’Algeria
Brescia risponde per prima alla «call to action» del Piano Mattei e punta con forza sull’Algeria. «Un Paese tra i più stabili di tutta l’Africa, vicino, con un territorio molto vasto, una popolazione per il 50% sotto i trent’anni e grandi potenzialità di sviluppo per le nostre filiere», dice il relatore del Piano Mattei, Giangiacomo Calovini, che ha parlato alla Camera di Commercio di Brescia proprio per «lanciare» il primo step del progetto: il webinar «Algeria: nuove opportunità nell’attuale contesto geopolitico», in programma domani a partire dalle 10.30 (per info www.confindustriabrescia.it, sezione Appuntamenti).
Le attività del Piano Mattei
«A quasi un anno dalla presentazione del Piano Mattei sono già molte le attività messe in pista con l’obiettivo di creare sviluppo tra l’Italia ed i paesi africani, e in questo quadro sono convinto che Brescia possa avere un ruolo da protagonista», dettaglia Calovini che affiancato (in diretta streaming) dagli esponenti della Ambasciata d’Italia ad Algeri e dell’Ufficio Agenzia ICE di Algeri snocciola alcuni degli elementi di attrattività del Paese del Maghreb.
Se oggi infatti i dati dell’interscambio tra Brescia e l’Algeria appaiono come niente di che (153 milioni su complessivi 20 miliardi di export e 9 mln su complessivi 11,8 mld) le potenzialità di crescita sono molto interessanti, tanto più alla luce dei nuovi scenari geopolitici.
Le prospettive
«Il 7 settembre il presidente è stato rieletto per il suo secondo mandato, focalizzato proprio sullo sviluppo economico e la diversificazione, in particolare per gli approvvigionamenti energetici non da idrocarburi», spiega il vice ambasciatore italiano ad Algeri, Antonio Poletti, mentre Maurizio Motta dell’ICE indugia sugli ottimi rapporti commerciali con il nostro Paese e sull’altra specializzazione del capitale umano («con oltre 100 istituti universitari e 13 centri di ricerca, sforna circa 400 mila laureati di cui il 50% in materie ingegneristiche») e Lorenzo Ortona, vice coordinatore della struttura di missione del Piano Mattei, sulla strategicità delle filiere.
A far gola al mercato algerino sono infatti principalmente quelle legate all’agricoltura, ai macchinari (per l’industria della carta come delle plastica o per la siderurgia), ai veicoli, all’edilizia e naturalmente alle energie rinnovabili, con investimenti favoriti anche dalla Misura Africa che riserva 200 milioni di euro a supporto delle imprese che assumano un ruolo attivo attraverso progetti di sviluppo nell’area.
Importazioni aperte
Recentemente, inoltre, l’Algeria ha aperto le sue importazioni a circa mille prodotti e anche se restano dazi rilevanti su oltre 800 categorie di merci ha eliminato il divieto di importare autoveicoli, a conferma di un mercato in crescita, con bisogno di infrastrutture e prodotti di qualità.
Compatte nel sostenere il progetto le organizzazioni del territorio che ne hanno accolto l’appello. «L’Algeria rappresenta oggi un partner commerciale marginale, ma credo ci siano buone prospettive per rilanciarlo, soprattutto considerando la necessità di individuare nuovi sbocchi commerciali anche alla luce della crisi dei mercati tradizionali della nostra economia», sintetizza il presidente camerale, Roberto Saccone, mentre il leader di Confapi, Pierluigi Cordua, insiste sulle potenzialità anche per le pmi e Giovanni Garbelli, presidente di Confagricoltura, sulla centralità del tema agricolo in una logica di sostenibilità. Alberto Metelli, alla guida del settore meccanica e meccatronica di Confidustria Brescia, confessa addirittura che con l’omonima azienda starebbe già pensando ad un progetto in Algeria.
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