Economia

Peste suina, il Commissario: «Sacrifici necessari per fermare il virus»

Valerio Pozzi
Nuova ordinanza in vigore, l’assessore regionale Beduschi: «Il virus mette a repentaglio l’intera filiera»
Gli allevamenti bresciani sono a rischio a causa della peste suina
Gli allevamenti bresciani sono a rischio a causa della peste suina
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C’è grande preoccupazione nel Bresciano sulla Peste Suina Africana. Ecco la ragione che ha portato centinaia di allevatori da tutte le province del Nord Italia a collegarsi in streaming venerdì mattina con i portali social di Confagricoltura Brescia per il convegno sulla suinicoltura che avrebbe dovuto tenersi in occasione della fiera di Orzinuovi. Analoga iniziativa è stata organizzata da Coldiretti, ottenendo sempre un grande interesse.

Le due organizzazioni si stanno impegnando al massimo - insieme - per fermare il virus.

L’incontro

Il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli ha chiesto di «restare uniti, lavorare insieme ciascuno per la propria parte con competenza, passione, positività, facendo viaggiare di pari passo sacrificio e solidarietà». Il virus è «contagiosissimo e è alle porte di Brescia. Ospite d’eccezione il neo commissario straordinario alla Psa, e direttore generale della Sanità animale del ministero della Salute, Giovanni Filippini, che ha emanato una nuova ordinanza ancora più restrittiva per gli allevamenti che si trovano nelle zone infette.

Filippini si è detto conscio del sacrificio che sta chiedendo agli allevatori, «ai quali - ha detto - domando scusa, ma non posso non prevedere le misure drastiche contenute nell’ordinanza, non è possibile fare altrimenti per preservare il tutto: sacrificio e solidarietà devono andare insieme».

Garbelli ha chiesto di mettere in campo un ampio patto di territorio, coinvolgendo tutti gli attori della filiera, a partire da sindaci, Provincia, Regione, ministero, istituzioni sanitarie e, ovviamente, dagli allevatori e dalle organizzazioni sindacali, da mangimifici, macelli e tutti quanti hanno titolo a operare nel settore, sistema bancario incluso. Iniziando con la creazione di un Tavolo permanente di Regione Lombardia sulla Psa, sul modello di quello per la siccità, per avere un monitoraggio e un coordinamento continui, con regia unica.

La richiesta

Il presidente nazionale dei Suinicoltori di Confagricoltura Rudy Milani ha chiesto alla politica «di fare scelte chiare, per un problema sottovalutato all’inizio e che oggi si manifesta in modo dirompente. Due sono i modi: intervenire in maniera decisa, risolutoria, sui cinghiali, perché il virus non continui a propagarsi, e sulla leva economica, per tenere in piedi le aziende. È una scelta politica la gestione della fauna selvatica ed è una questione legislativa essere indennizzati per i danni: ora si deve decidere. La situazione è drammatica – ha chiosato Milani si agisca concretamente».

L’assessore regionale Alessandro Beduschi ha definito, senza mezzi termini, «una pandemia come il Covid, dalla quale mutuare atteggiamenti e decisioni con rigore enorme. «Pavia e Lodi hanno già subito un importante trattamento di depopolamento - ha confermato Beduschi - che avrà ripercussioni serie sulle aziende, togliendo lavoro a loro e alla filiera. Gli allevamenti devono diventare dei veri e propri fortini, non possiamo permetterci errori. La Psa - ha sostenuto Beduschi - mette a repentaglio 30 miliardi di reddito per mancata esportazione. Gravi le conseguenze anche per la Lombardia, che con la metà del patrimonio suinicolo italiano alimenta le filiere nazionali dei salumi di pregio». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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