Allevatori in protesta: fondi troppo scarsi contro la Peste suina
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Nei giorni scorsi è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Agricoltura che stanzia dieci milioni di euro per sostenere gli allevamenti suinicoli che hanno subito danni indiretti dalla Peste suina africana (Psa), nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2023 ed il 31 ottobre 2024.
Il decreto accoglie parzialmente le richieste delle Organizzazioni agricole, che più volte hanno evidenziato la situazione di grave pericolo per la tenuta del settore.
La testimonianza
Per Alberto Cavagnini, vicepresidente di Coldiretti Brescia e allevatore di suini a Pralboino «il mercato suinicolo, sta vivendo un momento buio. Non solo perché la pressione della carne tedesca, influenzata dalla crisi che sta vivendo la Germania per la Psa e l’Afta Epizootica, sta stressando i nostri mercati che pagano una politica europea miope non tutelante per le nostre eccellenze. Ma anche perché la Psa con un silenzio assordante sta proseguendo nel suo inesorabile percorso di avanzamento rispetto ad una fauna selvatica completamente fuori controllo. Ormai – continua Cavagnini – una delle barriere che dovevano difendere l’appennino è stata sfondata con i cinghiali infetti che hanno puntato il nostro appennino! La macchina italiana, caratterizzata da un sistema decisionale farragginoso e complicato, purtroppo arranca di fronte alla necessità di risposte rapide e certe che di sicuro non possono essere influenzate dai campanilismi che ci caratterizzano».
«Gli allevatori delle zone colpite – prosegue Cavagnini – hanno bisogno di risposte che non possono essere colmate da un decreto indennizzi poco capiente che peraltro dà la possibilità anche a chi è fuori dalle aree svantaggiate di essere indennizzato in barba a chi è nel cuore dell’incendio con la canna dell’acqua in mano da novembre del 2023 e oggi gli arriva una goccia che peraltro deve condividere con chi, rispetto a lui, se la sta spassando. La Psa purtroppo è una battaglia che per essere vinta necessita di pazienza ma determinazione, coesione e capacità di reazione. Se arrivasse nella nostra provincia sarebbe una catastrofe».
Le risorse
Infatti, le risorse stanziate ad oggi non sono sufficienti per compensare i danni subiti dai suinicoltori. Basti pensare che secondo stime di Confagricoltura solo gli effetti economici dei danni indiretti a carico di tutte le imprese sono superiori ai 100 milioni di euro.
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In ogni caso – nello specifico del decreto – il sostegno è concesso alle piccole e medie imprese che operano nella produzione primaria colpite dalle restrizioni sulla movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati: allevamenti di scrofe da riproduzione a ciclo aperto, allevamenti di scrofe da riproduzione a ciclo chiuso, allevamenti da ingrasso. Il contributo è finalizzato a compensare le imprese delle perdite ma sebbene il decreto rappresenti una boccata d’ossigeno per gli allevatori, emergono alcuni limiti. Innanzitutto i fondi sono molto limitati e poi c’è la burocrazia: le aziende devono dimostrare in modo dettagliato i danni subiti, il che potrebbe rallentare l’accesso ai fondi con una scadenza, al 28 marzo, che è molto ravvicinata. Di fatto, per il mondo agricolo bresciano si poteva fare meglio e molto di più per aiutare gli allevamenti suinicoli che continuano a lavorare con l’incubo della peste suina africana.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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