Economia

Perché tutti parlano di recessione tecnica?

Dopo la diffusione dei dati Istat, il dibattito politico ed economico si concentra sulla recessione tecnica: ma di cosa si tratta?
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Tecnica o economica? Sono diversi i volti - e le etichette - che vengono attribuiti dagli economisti alla recessione, fase fiosiologica delle economie e spettro che aleggia sui mercati, ma che fa parlare di sé, oltre che sui giornali, anche al bar, dove comunque le sue ricadute preoccupano non poco.

Ma in queste ore in cui l'espressione «recessione tecnica» è alla ribalta, dopo i dati annunciati dall'Istat, le dichiarazioni del governo e le polemiche politiche (e non solo) seguite, è meglio chiarirci un po' le idee e spiegare meglio di cosa stiamo parlando.

La recessione si definisce tecnica nel caso in cui si registra una contrazione del Prodotto interno lordo in due trimestri consecutivi. Quella che sempre gli economisti qualificano come «variazione congiunturale negativa», ove proprio il termine congiunturale indica che ad essere preso in esame è un periodo limitato raffrontato col medesimo periodo precedente. 

Nel nostro caso il calo è attestato guardando al dato di due trimestri successivi, il terzo e il quarto del 2018. Nel primo il calo fu dello 0,1%, negli ultimi tre mesi dello scorso anno il calo è stato pari allo 0,2%. La variazione negativa per due trimestri consecutivi ha indotto i tecnici a parlare per l'appunto di «recessione tecnica».

Altra cosa, è la recessione economica che viene evocata quando la variazione negativa del Prodotto interno lordo è «tendenziale»: in statistica, questo dato è la fotografia dell'andamento economico di un Paese e si misura raffrontando non già la modifica del Pil fra due trimestri consecutivi, ma quella di un trimestre e dello stesso trimestre dell'anno precedente. Non solo: per la recessione economica, infatti, vengono presi in esame altri indicatori fondamentali, quali occupazione, reddito e consumi delle famiglie, produzione industriale, trend demografico, ecc.

La recessione tecnica dunque se da un lato racconta di certo che un Paese non si trova in ottime acque, ma attraversa criticità sul fronte economico, nulla rivela sulla durata della situazione e sulla sostanziale gravità della frenata dell'economia.

Se consideriamo che i due trimestri in segno meno seguono 14 trimestri in trend positivo (pari a 3 anni e mezzo complessivi), ecco spiegato perché al momento l'Italia si dice in recessione tecnica ma non in recessione economica.

A far temere gli addetti ai lavori, è semmai l'ombra della stagflazione: vale a dire la dimizione della domanda di beni e servizi da parte dei consumatori che solitamente si accompagna ai periodi di recessione, con contestuale frenata del tasso di inflazione, fenomeno che a sua volta ha ricadute negative sull'economia di un Paese. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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