Per la filiera dell’agroalimentare la parola d’ordine è: «Fare squadra»

Lavoro di squadra, network, associazionismo. Sono queste le parole chiave per il futuro del settore agroalimentare bresciano, e non solo. Sono state citate e ribadite più volte nel corso del quarto incontro di SetteOttavi, il roadshow di Confindustria Brescia dedicato agli otto settori merceologici, con l’obiettivo di far incontrare e confrontare le imprenditrici e gli imprenditori (associati e non) delle sette zone di Brescia e provincia. 

Mercoledì 20 settembre, al Museo Mille Miglia, si è appunto parlato di «Grande distribuzione e aziende agroalimentari: i driver della filiera alimentare», cercando di capire quali possano essere le strategie e le dinamiche evolutive della Gdo. Al dibattito hanno partecipato Francesco Pugliese, ex a.d. del gruppo Conad e con alle spalle un’esperienza ventennale anche nella produzione di pasta; Daniela Grandi, presidente del settore Agroalimentare di Confindustria Brescia, e Giuseppe Ambrosi, presidente della European Dairy Association (Eda), l’organizzazione dell'industria europea della trasformazione del latte.

Il punto

«Dobbiamo sempre di più convincerci che la difesa del nostro made in Italy e del nostro patrimonio in tutto il settore agroalimentare è un lavoro di squadra, fatto da TUtti gli attori della filiera - ha esordito Pugliese -. In questo senso è indispensabile abbattere alcune barriere e alcuni stereotipi che vedono contrapposti il mondo agricolo, l’industria e la distribuzione. In questi termini non si può più andare avanti: per garantire la sostenibilità vera di questo sistema bisogna garantire ricchezza a tutti gli attori della filiera».

Quali le possibili vie da percorrere? «La prima è quella delle regole - risponde Pugliese -, la seconda è quella della trasparenza, la terza è rimuovere alcuni facili populismi, come “l’agricoltura piange”, “l’industria ride”, “la distribuzione vessa”. La verità è un’altra: il nostro sistema in Italia è fatto di Pmi, che in molti casi sono meno efficienti di quanto servirebbe. Lo sviluppo del nostro agroalimentare non può prescindere dalla crescita dell’export. C’è bisogno di pareggiare le dimensioni, altrimenti abbiamo i Davide e i Golia, e in quelle situazioni è difficile trovare regole che tutelino sia Davide sia Golia».

In quest’ottica, oltre alla sinergia tra i diversi attori della filiera, anche la formazione avrà un ruolo decisivo. Lo ha evidenziato nel suo intervento il Comandante del Nucleo antisofisticazione e sanità dei Carabinieri di Brescia, Nunzio Stanco. «Il settore agroalimentare nella nostra provincia ha una grande rilevanza - aggiunge Ambrosi -. Un’alleanza tra produttori e Gdo è fondamentale per le nostre imprese ma anche per la stessa Gdo, perché senza un’industria seria e capace di creare prodotti sicuri e di qualità non ci sarebbe nemmeno il loro di mestiere».

@Economia & Lavoro

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