Economia

Per il Fondo monetario internazionale il Pil italiano crescerà più del previsto

L'organismo ha stimato una crescita dell'economia mondiale del 2,9% nel 2023: per il nostro paese si prevede un +0,6% del Pil
La Banca d'Italia
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Per il Fondo monetario internazionale, l’organismo che monitora la stabilità finanziaria globale con sede a Washington, l’economia mondiale crescerà più del previsto: nonostante un rallentamento rispetto al 2022, le stime di crescita per il 2023 segnano un +2,9%.

Il rialzo include anche l’Italia, dove l’Fmi si aspetta che il prodotto interno lordo aumenti dello 0,6%. Meglio del previsto anche la Germania, che spunta una crescita dello 0,1% grazie a una revisione pari a +0,4 punti, e la Russia, la cui economia tiene di fronte alla guerra. Peggiora invece la Gran Bretagna, che si rivela l’ultimo paese del G7 con un pil in calo dello 0,6%. 

«Il rialzo del tassi di interesse da parte delle banche centrali e la guerra in Ucraina continuano a pesare sull'attività economica», afferma il Fmi illustrando l'aggiornamento del World Economic Outlook. «Nonostante questo l'outlook è meno cupo rispetto a ottobre», aggiungono gli esperti di Washington, secondo i quali le strette delle banche mondiali iniziano a raffreddare la domanda e la corsa dei prezzi ma la «battaglia» contro l'inflazione «è lungi dall'essere vinta». Da qui l'invito alle banche centrali ad andare avanti con i loro «sforzi» per combattere l’aumento dei prezzi che, seppur in rallentamento, restano ancora più elevati rispetto ai livelli pre-pandemia. L'inflazione a livello mondiale è attesa calare dall'8,8% del 2022 al 6,6% del 2023 e al 4,3% del 2024, con i prezzi nelle economie avanzate che scenderanno al 4,6% quest'anno e al 2,6% nel 2024. 

Parlando di un'economia più resiliente delle attese, il Fondo monetario internazionale non nasconde che i rischi sono comunque orientati al ribasso. Fra questi c'è un possibile stallo della Cina ma anche una escalation della guerra in Ucraina e un'inflazione ostinatamente alta per un periodo prolungato. Uno dei pericoli maggiori - ribadisce il Fmi, che da mesi si dice preoccupato al riguardo - è la frammentazione geopolitica. «La guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia stanno dividendo l'economia globale in blocchi e rafforzando le tensioni geopolitiche, come quelle associate alla disputa commerciale fra Stati Uniti e Cina», mette in evidenza l’Fmi, spiegando che i costi della frammentazione sono particolarmente alti nel breve termine. Oltre respingere questa situazione per il Fmi è necessario assicurare la stabilità finanziaria: i rischi - osservano gli esperti - restano elevati, così come la volatilità sui mercati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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