Pedrini Cosmetici la bellezza eco-bio è tutta al femminile
Nella patria dei casalinghi e della rubinetteria, c’è anche chi da decenni si occupa di qualcosa di molto meno tangibile: la bellezza. Ma, in particolare, la bellezza «naturale»: quell’eco-bio (e oggi anche vegan) che se nel 2018 è sulla cresta dell’onda per ovvie ragioni di sostenibilità e di moda, 30 anni fa era certo indice di una grande capacità anticipatrice.
La storia di Pedrini Cosmetici - sul mercato nota con il marchio Lepo - è una storia tutta al femminile. Nata nella metà degli anni ’80 dall’intuizione di una madre, la signora Marisa, e di una figlia, la giovane Luisa, fresca di laurea in Erboristica ad Urbino, parte dall’apertura di due erboristerie (una a Lumezzane e l’altra a Borno) e si trasforma presto in qualcosa di più.
A Luisa lavorare con le materie prime piace, così come studiare nuove formulazioni e ricette. Quando poi in azienda entra anche la sorella Laura, che invece ha studiato all’Istituto europeo di Design, il quadro si fa ancora più chiaro, e oltre a saponi, creme e trattamenti per il corpo lo sguardo si allarga anche al make up. Oggi Pedrini Cosmetici brevetta e produce (non direttamente, ma attraverso laboratori terzisti) con il marchio Lepo oltre 200 prodotti a base di ingredienti naturali, assecondando e cavalcando la tendenza a «liberarsi» da derivati del petrolio e da sostanze sintetiche che ormai è chiara anche nei grandi brand internazionali.
A guidare l’azienda sono ancora loro, Luisa e Laura, che sono affiancate da 15 dipendenti donne (l’unico uomo, il responsabile commerciale, è una new entry), che nella stragrande maggioranza dei casi sono in Lepo da sempre.
«Lavorare con la bellezza è un grande stimolo, oltre che un mercato in crescita» spiegano le titolari che indugiano sul fatto che il motto «poveri ma belli», in fondo, è ancora attuale. Sì, perché la ricerca del benessere personale e fisico non conosce crisi, ed il loro business lo conferma.
Nonostante gli ultimi 10 anni abbiano visto intere generazioni di pmi scomparire, la loro impresa è cresciuta di anno in anno: nel 2015, giusto per citare gli ultimi dati, fatturava 3,6 milioni, diventati 3,8 milioni nel 2016 e circa 3,9 milioni nel 2017, l’80% del quale realizzato in Italia (i punti vendita sono oltre 2 mila) e il restante tra l’Europa e l’Estremo Oriente.
«Ormai il consumatore è molto attento a quello che si mette addosso, ai processi produttivi e agli effetti sull’ambiente, e questo ci sta premiando, anche perché abbiamo decenni di sperimentazione alle spalle e molti prodotti certificati bio e vegan», dicono Luisa e Laura che per il futuro puntano su un doppio canale di crescita: da un lato, quello della distribuzione, abbinando alle classiche erboristerie anche farmacie e parafarmacie; dall’altro, quello di una nuova articolata gamma di prodotto «per tutta la famiglia», con creme e bagni naturali utilizzabili tanto dal papà quanto dal neonato.
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