Pasqua e Pasquetta verso il sold out negli agriturismi bresciani
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Gli italiani rispondono abbastanza bene. Gli stranieri un po’ meno. Sarà una Pasqua da (quasi) tutto esaurito negli agriturismi del Bresciano, ma si tratterà di una «toccata e fuga»: in questo periodo i turisti di prossimità sono molto attenti al portafoglio e quelli più lontani sono altrettanto prudenti, per motivi d'incertezza sia economia sia sanitaria.
Le strutture agrituristiche del lago di Garda se la passano un pochino meglio, ma in generale, tra i conduttori, c'è un clima di sfiducia, proprio mentre si credeva in un rilancio del settore. Dopo due anni con il freno a mano tirato, la situazione pareva volgere al meglio, ma il rincaro terribile dei costi dell’energia, delle materie prime e dei carburanti, abbinato all’inflazione e alla guerra in Europa, ha fatto desistere una fetta significativa di clientela. A parlarne è Gianluigi Vimercati, presidente della sezione economica Agriturismo di Confagricoltura Lombardia e Brescia: «La voglia di tornare in Italia c’è tutta dopo due anni di assenza; nel 2021 i turisti stranieri sono arrivati all’ultimo minuto, da luglio in avanti, ma ora questo clima d’incertezza, dovuto un po’ alla guerra, un po’ al Covid e un altro po’ alla corsa dei prezzi, sta influenzando negativamente».
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Le previsioni per il ponte pasquale parlano di struttura quasi sold out per il pranzo di Pasqua e di Pasquetta, ma di poche richieste per soggiorni più prolungati. D’altronde anche le famiglie bresciane stanno molto più attente oggi all’aspetto economico. «Sarà una Pasqua un po’ anomala - aggiunge Vimercati -, non siamo ancora tornati alla sicurezza di prima e faticheremo ad avere il tutto esaurito. Non ci sarà di certo il segno meno, ma non abbiamo la certezza.
Quindi Pasqua e Pasquetta bene, con gli italiani più attenti, ma perderemo un po’ sull’estero: è come se avessimo compiuto un passo indietro di dieci anni, quando in agriturismo si andava solo per una scampagnata e per il buon rapporto qualità-prezzo, proprio per l’attenzione che oggi si fa all’aspetto economico". Per gli stranieri, nei ponti di Pasqua e quelli a seguire, si parla di disdette fino al 50%, in particolare degli inglesi, ma anche i tedeschi iniziano a frenare.
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