Economia

Pane e bitcoin, la criptovaluta che cerca fiducia

Al Mo.Ca gli esperti si sono confrontati sui pro e i contro di questa moneta
  • Pane, web e salame 2018
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La paura di ciò che non si conosce è antica quanto l’uomo, così come atavica è però la sua volontà di scoprire e andare oltre i limiti. Solo capendo si può trasformare il timore in potenzialità e questo consiglio diventa fondamentale quando si parla di bitcoin.

«Non c’è nulla di più lontano dalla verità nel dire che questa rete la si usa per nascondere i pagamenti - afferma Giacomo Zucco, ceo di BlockchainLab, durante l’ottava edizione di "Pane, web e salame" che si è svolta ieri al Mo.Ca -. È facilissimo, e non solo per i tecnici, tracciare gli scambi che avvengono con essa, tutti quanti verificati da una firma digitale controllata da una funzione matematica». Sdoganare il bitcoin, in assoluto la criptovaluta di più largo utilizzo, non è certo un compito semplice.

Tante le ritrosie, «è solo speculazione e non una vera moneta», ha chiosato il docente dell’università degli Studi di Brescia Francesco Menoncin, e i timori per una valuta generata digitalmente, non controllata da alcuna istituzione e soggetta a fluttuazioni da capogiro (il suo valore nel 2011 era di circa 6 euro, ieri alle 16 era di 6.400 euro). Legame col mercato. «Ognuno ci vede qualcosa di diverso ed è anche per questo che il mercato è così volatile - sottolinea Alessandro Mininno, presidente di Gummy Industries e co-fondatore di Talent Garden (le due realtà che hanno organizzato l’evento) -. Occasione per speculare, sistema di sicurezza, investimento, bene rifugio, i bitcoin sono tutto questo e molto altro ancora».

Alla base di tutto però c’è la sua natura open source e libertaria, data quest’ultima dall’essere svincolata da qualsiasi decisione istituzionale e unicamente legata al mercato, che poggia saldamente su un sistema di tracciabilità e di validazione, la blockchain. Anche per le sigarette. Tale rete non è limitata al mondo del web, come dimostra la Bitcoin valley trentina (epicentro Rovereto, promossa da Inbitcoin) dove la moneta è utilizzata per spese quotidiane come sigarette e bollette, «ed è destinata o ad imporsi come normalità o a scomparire totalmente» ha evidenziato Zucco.

Quello che serve per permettere l’avvento dell’era della criptovaluta è uno scatto culturale: ogni convenzione, e il denaro è una delle principali tra quelle adottate dall’uomo, richiede la fiducia collettiva nella sua validità e nella sua utilità. Il bitcoin è alla ricerca di questo.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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