Pandemia, perché il Fondo monetario promuove l'Italia
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) «promuove» la ripartenza italiana anche e soprattutto grazie al vaccino che viene definito il «game changer», il punto di svolta, che ha consentito le riaperture. Alfred Kammer , direttore del Dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, accoglie positivamente l’operato del governo Draghi, diradando l'orizzonte dai timori di una correzione di bilancio o degli aiuti della Bce: ancora non è il momento.
L'Italia è in una «forte fase di ripresa» - dichiara Kammer all’ANSA - e questo è il «successo della risposta politica» che, con le misure adottate, ha impedito un collasso del tessuto produttivo durante la fase peggiore della pandemia, e consentito «una ripartenza dell'economia e una ripresa forti». Tedesco, una carriera quasi trentennale in alcuni degli snodi nevralgici dell'azione del Fondo, Kammer incarna bene la svolta pragmatica del Fmi se confrontato al suo predecessore danese, noto per l'austerity inflitta alla Grecia durante la grande crisi finanziaria. In Europa - spiega - dopo anni in cui si è tentato di ridurre i debiti a suon di manovre restrittive, la crisi pandemica ha insegnato che occorre spingere sulla crescita ad ogni costo. Anche ora, dopo un 2020 e un 2021 di politiche espansive (Kammer in aprile aveva invocato un 'booster shot', un 'richiamo vaccinalè per la crescita e ritiene di esser stato accontentato), «invitiamo alla cautela per evitare qualsiasi shock improvviso: meglio fare un po' più del dovuto e più a lungo, piuttosto che fare meno e ritirare le misure precocemente».
L'obiettivo del ministro dell'Economia Daniele Franco di raddoppiare la crescita potenziale dell'Italia, da decenni ferma a pochi decimali, e il sentiero indicato nella Nadef di riduzione del debito (che il Fmi attende in calo al 154,8% quest'anno) sono molto ambiziosi secondo diversi osservatori. Un recente report di Fitch solleva dubbi, se qualche elemento della 'congiunzione astralè fortunata (crescita elevata-tassi bassi-uso efficiente del recovery-partiti collaborativi) dovesse venir meno. Kammer usa toni rassicuranti. Riformare giustizia, fisco, concorrenza, Pa, «aumenterà il potenziale di crescita di lungo termine» aiutando a mantenere il debito su una «traiettoria sostenibile».
E i tassi «non saliranno nel futuro immediato», anche perché la fiammata dell'inflazione è «temporanea» e la Bce - ribadisce Kammer - dovrà essere «molto attenta» nel rimuovere le misure di sostegno. Ma anche se i tassi salissero oltre il previsto, ciò avverrebbe in tandem con un rialzo della crescita. E «data la durata lunga del debito, sarà lento l'impatto sul costo di finanziamento». Più in là - dice Kammer - servirà un consolidamento «growth friendly», amico della crescita, guardando all'efficienza del sistema fiscale e della spesa con misure selettive. Ma c'è tempo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato