Orlando: «L’autogestione degli operai tiene in piedi la Stanadyne»

«La cosa più importante è la difesa della capacità produttiva e del lavoro»: l'ex ministro Andrea Orlando, ora responsabile delle Politiche industriali del Pd, lo ha sottolineato a Castenedolo, in un incontro con i lavorati dell'impianto della Stanadyne, azienda specializzata nei sistemi di iniezione diesel e benzina, controllata da un fondo americano che è stata messa in liquidazione con la chiusura della produzione a giugno.
Una ipotesi contro cui i circa
100 dipendenti dell'impianto stanno lottando dallo scorso dicembre, anche continuando il lavoro in autogestione e su cui ora pare vedersi una possibile soluzione con l'apertura del fondo a una eventuale cessione d'azienda (mandato esplorativo è stato affidato a Confindustria), tema di un incontro oggi in prefettura.
«La Lombardia è la quinta regione che visitiamo nel nostro viaggio nelle realtà industriali del Paese – ha osservato Orlando accompagnato dalla consigliera comunale Miriam Cominelli e dal sindaco Pierluigi Bianchini –. Oggi non soltanto ho portato il nostro sostegno, ma la nostra ammirazione, perché la compostezza, la determinazione e anche la fattività con la quale i lavoratori si sono mossi, apre la prospettiva alla cosa più importante che è la difesa della capacità produttiva e del lavoro».

«Difendendo una realtà produttiva non stanno difendendo solo il proprio lavoro – ha aggiunto Orlando – ma un patrimonio di questo Paese, che è fatto di tante realtà come questa». «Il lavoro della Stanadyne – è convinto – deve continuare, e il fatto che le persone, i lavoratori, siano riusciti a tenere in piedi l'azienda in un momento come questo – conclude Orlando –significa non solo che sanno ciò che fanno, ma che hanno freddezza e capacità di ragionare, una cosa non molto diffusa in questo periodo storico».
Il sindacato
«Abbiamo apprezzato molto la visita di Andrea Orlando al presidio, le sue parole di apprezzato rispetto alla fatiche e ai risultati che finora ad oggi i lavoratori hanno saputo mettere in campo. Soprattutto la sua disponibilità a sostenere, oltre la mera solidarietà, il progetto di continuità produttiva e occupazionale che guarda sempre più da vicino il gruppo tedesco Hatz – ha detto Barbara Basile della Fiom Brescia –. Ci auguriamo che per il futuro, la politica tutta, guardi alla Stanadyne come modello ripetibile nella gestione di questo tipo di crisi e per normare rispetto alla presenza dei fondi finanziari nell'industria del nostro Paese, affinché l’ammirazione dimostrata nei confronti di questi lavoratori possa diventare tutela per altri».
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