Economia

Opto Tech, nel marmo il polo dell’optoelettronica

All’interno della Eredi Martinelli, si sta sviluppando un centro tecnologico con quattro «anime» e trenta ingegneri
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Una galassia che racchiude due mondi all’apparenza lontani l’uno dall’altro, quelli dell’ottica e dell’elettronica. Ha casa a Rezzato e si chiama «Opto Tech», il polo tecnologico dell’optoelettronica dove lavorano 30 ingegneri altamente specializzati.

Per essere più precisi, il quartier generale di Opto Tech si trova all’interno della Eredi Martinelli, storica azienda bresciana specializzata nella lavorazione del marmo. Qui, accanto alle lastre di «botticino classico», con un’encomiabile lungimiranza Luigi Martinelli ha fatto nascere polo tecnologico estremamente innovativo.

Opto Tech ha quattro anime: Open Technologies, Q-Tech, T-Led e da circa un mese si è aggiunto la Opto-Tre, che fornisce servizi propedeutici al polo: formazione, assistenza e dotazione temporanea di macchinari alla clientela. Ma chi sono e cosa fanno questi maghi dell’optoelettronica che sanno unire il dominio ottico a quello elettronico?

Open Technologyes, la società capofila, con i suoi quindici ingegneri (due dei quali sono stati a lungo corteggiati da Google) è specializzata in sistemi sofisticati di scannerizzazione tridimensionale senza contatto. Le cosiddette stampanti 3D capaci di trasformare dati o file in oggetti reali. Open Technologyes nasce nel 2001 come sfida di due giovani ingegneri, Matteo Carocci e Alessandro Patrioli (ora amministratori della società) sostenuti da un loro docente universitario, il professor Franco Docchio e dal commercialista Gianfranco Chiapparini. A questa avventura si sono poi uniti altri due «padri» del polo tecnologico di Rezzato, ossia gli ingegneri Luca Fumagalli e Paolo Tomasini. «Rispetto ad allora - spiega Carocci -, oggi vantiamo dei sistemi di scanner di cui possediamo interamente il know-how e che trovano impiego in moltissimi settori, fra i quali spicca quello medicale applicato soprattutto al campo ortopedico e dentale». Due mesi fa, peraltro, Matteo Carocci ha creato un nuovo programma per la «chirurgia guidata», che mira all’applicazione di un impianto dentale realizzato ad hoc dalla Open Technology per una donna malata di tumore osseo. Una specializzazione che garantisce all’azienda di Rezzato una leadership di mercato e giro di affari intorno ai 3 milioni di euro, in crescita del 25% rispetto al 2012 (nel suo lungo elenco clienti spuntano anche i nomi di Alessi, Ducati e Tetrapack).

Andiamo oltre. Q-Tech nasce nel 2002 grazie a Luca Fumagalli e Paolo Tomasini, anche loro ex studenti del professor Docchio. Oggi i sistemi laser prodotti dalla Q-Tech vengono applicati in un numero imprecisato di settori che vanno dalla meccanica al biomedicale. Q-Tec può inoltre vantare la realizzazione di un portale per i treni in grado di rilevare, all’entrata di ogni galleria, qualsiasi difetto o anomalia del convoglio e della sua sicurezza. Per dovere di cronaca, non possiamo omettere il fatto che ci sono voluti cinque anni di lavoro e un grande impegno economico per mettere a punto questo portale (due prototipi) da presentare alla (milionaria) gara d’appalto indetta dalle Ferrovie e poi vinta da una società pugliese. Le conseguenze di questa «sconfitta» si sono inevitabilmente riflesse nel conto economico della Q-Tech, ma oggi i ricavi, intorno ai 700mila euro, anticipano un trend in crescita per i prossimi anni.

T-Led è l’ultima realtà nata nel polo tecnologico di Rezzato (2010) ed è già leader nel settore delle lenti ottiche ultraperformanti. Queste particolari lenti trovano una delle applicazioni più convincenti nell’illuminazione stradale, grazie a una singolare capacità di rifrazione che permette di fare luce in uno spazio più ampio del solito e, soprattutto, con un risparmio energetico pari al 50%. L’obiettivo a cui mirano Davide Zanatta e Bruno Pesce, rispettivamente manager e a.d. di T-Led, è quello di dotare la loro lente (realizzata da un’apposita pressa) del prodotto finito, unendo la tecnologia alla necessità di mercato. La T- Led prevede così di triplicare il fatturato, che per il 2013 è stato di 500mila euro. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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