Economia

Opas Intesa su Ubi, aderisce anche il Car: vicina quota 66%

Il patto di sindacato che riunisce alcuni grandi azionisti ha deciso di aderire all'offerta, prorogata fino al 30 luglio
OPAS, OPERAZIONE (QUASI) FATTA
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Il Car, il patto di sindacato che riunisce alcuni grandi azionisti di Ubi Banca, ha deciso di aderire all'Opas lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Lo si legge in una nota. La decisione del Car è stata assunta «dopo il parziale riconoscimento del valore economico di Ubi Banca», arrivato con il rilancio in contanti di Intesa, ma «soprattutto dopo aver ricevuto ampie rassicurazioni riguardo alla tutela e valorizzazione del personale di Ubi, alle aspettative del territorio, anche attraverso la continuità degli enti finalizzati localmente ad attività di solidarietà sociale, con disponibilità ad incrementare le erogazioni attuali, alla continuità nello sviluppo dei progetti in corso con attenzione ai valori della banca, al rapporto di collaborazione con gli imprenditori azionisti».

Il Car detiene quasi il 19% di Ubi, attraverso le fondazioni Crc e Banca del Monte di Lombardia, Cattolica Assicurazioni e un gruppo di sei nuclei imprenditoriali di Brescia e Bergamo. Già le fondazioni e Cattolica avevano deciso di aderire all'Opas di Intesa, conferendo circa l'11% complessivo del capitale. L'adesione di tutto il Car garantisce all'Opas l'intera quota proiettando Intesa verso l'agevole superamento del 66,7% di capitale di Ubi necessario per controllare l'assemblea straordinaria. Nella nota gli imprenditori del Car «esprimono gratitudine e riconoscenza a tutta la governance e al personale di Ubi, alla presidente Letizia Moratti e all'amministratore delegato Victor Massiah, che hanno saputo creare una solida e redditizia banca divenuta molto ambita dalla prima banca nazionale».

Con l'adesione di tutto il Car, il patto dei grandi soci di Ubi Banca, sono salite a circa il 60% del capitale, le quote conferite all'offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata da Intesa Sanpaolo. A ieri l'offerta era infatti arrivata attorno al 52%, considerando l'adesione del fondo Silchester, detentore dell'8,5% del capitale di Ubi, non ancora conteggiata nei dati ufficiali diffusi da Borsa Italiana. Il sì del Car - al cui interno avevano manifestato di voler aderire già le fondazioni Banca del Monte di Lombardia e Crc, oltre a Cattolica Assicurazioni - apporta un altro 8% circa all'offerta. A questo punto, con tutti gli iniziali oppositori di Intesa che hanno rivisto la loro posizione, il successo dell'opas e il superamento della soglia del 66,7% del capitale, necessaria per controllare l'assemblea straordinaria, appaiono scontati. Entro il 30 luglio, termine di chiusura dell'offerta, dovrebbe infatti arrivare il sì dei grandi fondi e degli arbitraggisti, che tradizionalmente attendono gli ultimi giorni utili delle offerte pubbliche per aderire.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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