Opas di Intesa su Ubi: come è andata finora, tappa dopo tappa
Una battaglia durata oltre cinque mesi. Nuovo straordinario capitolo della storia bancaria bresciana che affonda le radici nella fine dell’800. L’annuncio dell’Offerta pubblica di scambio arriva a sorpresa la sera di lunedì 17 febbraio, al termine di una giornata fiume nella quale il consigliere delegato Victor Massiah presenta il nuovo piano industriale che va nella direzione di una crescita «stand alone» di Ubi. Massiah viene informato per telefono direttamente da Carlo Messina, poco prima dell’incontro con gli investitori esteri per la presentazione del nuovo piano.
20 febbraio. Il patto Car, che rappresenta circa il 18% del capitale di Ubi - ed ha tra i suoi membri le fondazioni Crc, Banca del Monte di Lombardia, e nomi del calibro di Bosatelli, Bombassei, Pilenga, Radici, Andreoletti e Beretta - esprime un giudizio molto severo: «L’offerta di Intesa-Unipol è ostile, non concordata, non coerente coi valori impliciti di Ubi e dunque inaccettabile».
21 febbraio. Intesa Sanpaolo gioca la carta del radicamento sul territorio, molto cara ad una parte degli azionisti bresciani e bergamaschi. Annuncia il suo piano di integrazione che prevede la creazione di quattro nuove direzioni regionali: a Bergamo, Brescia, Cuneo e Bari, ciascuna con grande autonomia, risorse e una rete di circa 300-400 filiali.
24 febbraio. Lo scoppio dell’emergenza Coronavirus impone il rinvio (a data da destinarsi) dell’atteso incontro fissato a Brescia dal Sindacato azionisti di Ubi Banca. All’incontro, che si sarebbe dovuto tenere al Centro Pastorale Paolo VI, erano attesi molti dei 180 azionisti raccolti in 38 gruppi e che insieme rappresentano l’8,37% del capitale della banca.
6 marzo. L’operazione muove i primi passi. Il gruppo guidato da Carlo Messina deposita alla Consob il prospetto relativo all’Ops sulla totalità delle azioni di Ubi. L’offerta prevede per ogni 10 azioni di Ubi portate in adesione il corrispettivo di 17 azioni Intesa Sanpaolo.
22 aprile. L’assemblea Bper approva l’aumento di capitale per l’acquisto delle filiali Ubi. 24 aprile. Giandomenico Genta, presidente di Fondazione Cr Cuneo e primo azionista del Car si scaglia contro l’offerta. «È un’ottima operazione, ma solo per Intesa».
27 aprile. Intesa approva l’aumento capitale per l’Ops. 5 giugno. La Bce dà il via libera all’operazione: freme l’attesa per le autorizzazioni di Antitrust, sul fronte della concorrenza; Ivass, per gli effetti sul mercato assicurativo; Consob, per quanto riguarda il prospetto informativo.
15 giugno. Intesa Sanpaolo si adegua alle richieste dell’Antitrust: aumenta le dimensioni del portafoglio di filiali di Ubi Banca che cederà a Bper. L’accordo rinegoziato prevede che alla banca emiliana passino 532 sportelli di Ubi (rispetto ai 400/500 inizialmente previsti), con 29 miliardi di depositi, 31 miliardi di raccolta indiretta e 26 miliardi di crediti netti.
17 giugno. Dopo il semaforo verde di Bce si aggiunge quello dell’Ivass, che ha concesso le autorizzazioni all’acquisizione indiretta delle partecipazioni assicurative.
25 giugno. Anche la Consob, presieduta da Paolo Savona, dà il via libera all’offerta. Il periodo di adesione, concordato con Borsa Italiana, durerà poco più di tre settimane, dal 6 al 28 luglio, salvo proroghe.
3 luglio. Il cda di Ubi esprime il suo giudizio sull’offerta. La bocciatura è a 360 gradi, su tutta la linea. Secondo la presidente Letizia Moratti ed il consigliere delegato Victor Massiah: l’Ops non è «congrua» come prezzo; è una minaccia per il territorio e l’occupazione; ed è volta a rafforzare Intesa attraverso l’eliminazione di un potenziale concorrente aggregante.
6 luglio. Parte l’Offerta pubblica di acquisto e scambio. Nel primo giorno viene apportato lo 0,17% del capitale di Ubi. 14 luglio. Cattolica aderisce all’offerta. È la prima spaccatura sul fronte del Patto Car.
16 luglio. I grandi soci bresciani di Ubi rompono gli indugi e aderiscono all’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo. Il presidente del Sindacato Azionisti, Franco Polotti, in una intervista al Giornale di Brescia spiega le motivazioni dell’adesione e chiede a Intesa più attenzione al valore delle azioni e al territorio. Nello stesso giorno anche l’Antitrust concede il via libera all’Ops condizionato alla cessione di 532 sportelli. Il piano di Carlo Messina prevede la cessione delle filiali a Bper.
17 luglio. Intesa Sanpaolo rilancia e mette sul piatto dell’operazione altri 652 milioni di euro in contanti. Oltre allo scambio di azioni si aggiunge un corrispettivo cash di 57 centesimi con un premio che sale al 44,7% rispetto al prezzo dell’azione Ubi registrato il 14 febbraio 2020. 18 luglio. Le Fondazioni Cassa di risparmio di Cuneo e Banco del monte di Lombardia fanno marcia indietro e aderiscono all’offerta di Intesa.
21 luglio. Il patto dei Mille, che riunisce i soci bergamaschi, da sempre schierato per il «no», rivede la sua posizione dopo «aver valutato attentamente l’aumento del corrispettivo dell’Ops e le adesioni manifestate da altri detentori di azioni Ubi, concludendo che i propri aderenti decideranno in autonomia l’adesione all’operazione».
23 luglio. Esposto dei consumatori del Codacons e successivamente dell’Associazione azionisti Ubi su presunte irregolarità dell’istituto guidato da Massiah circa la correttezza e la completezza delle informazioni fornite ai piccoli azionisti.
27 luglio. La Consob dispone la «proroga d’ufficio» di due giorni del periodo di adesione. Con le adesioni balzate al 43,48% ed il fondo Silchester che annuncia che conferirà il suo 8,5% a Intesa, portando le azioni conferite ad un potenziale 52%.
28 luglio. Le adesioni raggiungono il 71,9%. Il Patto Car alza bandiera bianca e aderisce all’offerta. La decisione - si legge in una nota - è stata assunta «dopo il parziale riconoscimento del valore economico di Ubi, e dopo aver ricevuto ampie rassicurazioni sulla valorizzazione del personale Ubi e il territorio».
29 luglio. Le adesioni raggiungono 75,68%, Massiah si prepara alle dimissioni dal CdA.
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