Economia

Oldrati: plastica al posto dell’alluminio nelle auto

Investimento strategico del gruppo con sede a Adro. Oldrati: i nuovi polimeri più resistenti e performanti
Un componente del motore in plastica realizzato da Cetra   © www.giornaledibrescia.it
Un componente del motore in plastica realizzato da Cetra © www.giornaledibrescia.it
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«Plastica, Ben. L’avvenire del mondo è nella plastica». Era il 1967 e Ben Braddock, ovvero Dustin Hoffman nel film Il Laureato, fresco di studi si sentiva dare questo consiglio dagli amici di famiglia.Siamo nel 2018 e la plastica rappresenta più che mai il futuro per uno dei settori trainanti dell’economia: l’automotive. Attualmente circa il 16% del peso delle un’auto è composto da materiali plastici, potrebbe diventare di oltre il 25% nei prossimi cinque anni.

Ne è convinto Manuel Oldrati, amministratore delegato del gruppo Oldrati di Adro (ma a sostenere questa tesi c’è anche un colosso tedesco dell’automotive) che nelle scorse settimane ha acquisito il 100% della Cetra srl di Cambiago. La società della famiglia Turati (50 dipendenti, 7 milioni di euro di ricavi) è specializzata nella produzione di articoli tecnici in plastica e sovra-stampaggio di materiali metallici e plastici, ma soprattutto artefice di un ambizioso progetto di ricerca (Metal Replacement Project) per la produzione di componenti in materiali plastici dalle prestazioni superiori a quelle dell’alluminio.

Il gruppo. La storia del gruppo Oldrati affonda le radici nei primi anni Sessanta, quando Vanni Oldrati inizia a Paratico la produzione di guarnizioni. Negli anni successivi il trasferimento a Villongo, in provincia di Bergamo, e le prime acquisizioni che consentono una diversificazione di prodotto: la produzione di tutte le famiglie di gomme organiche e di prodotti in silicone.

I siti. Oggi Oldrati è una realtà sinergica con un fatturato che nel 2018 arriverà a toccare circa 180 milioni di euro. I siti principali sono ad Adro e Villongo; poi ci sono quelli di Adrara San Martino, San Pancrazio nel Bresciano, il magazzino di Telgate e la società di Agrate. All’estero gli stabilimenti, che valgono circa il 60% del fatturato: in particolare in Slovacchia, a Humenné, si trova un distretto industriale di 50mila metri quadrati coperti punto di riferimento per tutto il mercato dell’Est Europa; mentre in Turchia (a Bursa) dal 2013 è stato aperto un sito per la produzione della gomma. «Cittadella» della plastica. Gli Oldrati sono approdati nell’area industriale di via Marzaghette ad Adro a fine 2002: oggi l’area produttiva coperta supera i 30mila mq (su un’area totale da 130mila mq) e dà lavoro a circa 400 persone.

Nei piani degli Oldrati c’è il raddoppio del «plant» che dovrebbe portare - «micro-insetti permettendo» - l’area produttiva a 60mila mq ed il numero dei dipendenti a 700 unità. «Le autorizzazioni per l’ampliamento dello stabilimento sono state frenate - spiega l’ad Manuel Oldrati -, l’area sembra lambire un corridoio di passaggio di insetti e volatili di cui non era a conoscenza neanche l’amministrazione comunale». Per ovviare a questi ritardi gli Oldrati hanno acquisito nell’area un nuovo immobile da 6mila metri quadri, dove sono state già trasferite le produzioni di silicone della Silital Europe. «Il progetto di ampliamento del plant è stato modificato - spiega l’ad -. Abbiamo garantito un corridoio protetto per gli insetti ed i volatili. La speranza è ora quella di poter iniziare al più presto i lavori».

Il futuro. «L’acquisizione della milanese Cetra ha un significato strategico importante. L’azienda milanese possiede infatti un know how importante nel sovrastampaggio di materiali plastici, elettrici e metallici per il settore automotive - spiega Manuel Oldrati -. È stata inoltre coinvolta insieme ad un partner del settore automotive in un importante progetto per la produzione di nuovi polimeri termoplastici più leggeri e più resistenti dell’alluminio, della lega di magnesio, della lega di alluminio e altri metalli». Insomma le potenzialità sono enormi. «Questi materiali sono ecosostenibili, riciclabili, possono resistere a pressioni che arrivano a 60 bar, possono mantenere prestazioni strutturali anche a temperature estreme, da -70 a +140 gradi; hanno un’eccellente resistenza allo scorrimento». Il futuro dell’auto è la plastica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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