Economia

Offerte di lavoro, nei primi tre mesi sono in calo rispetto al 2024

Angela Dessì
Il dato bresciano (36.790 proposte) riflette quello nazionale. Un’azienda su due fatica a reperire personale
Nel Bresciano le imprese che prevedono assunzioni nel mese di gennaio saranno il 17% del totale © www.giornaledibrescia.it
Nel Bresciano le imprese che prevedono assunzioni nel mese di gennaio saranno il 17% del totale © www.giornaledibrescia.it
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Sono oltre 36mila le nuove opportunità di lavoro previste nel Bresciano tra gennaio e marzo 2025: per la precisione 36.790, vale a dire 850 in meno rispetto allo stesso trimestre del 2024, con il calo di 1.430 entrate nell’industria, in parte compensato dalle 520 nuove assunzioni stimate nei servizi.

Nel solo mese di gennaio, invece, di nuove entrate ne sono previste 13.750 (111.400 in Lombardia e 497.000 in Italia), con una variazione negativa sullo stesso periodo dell’anno precedente di 1.180, di cui 570 in meno nell’industria e 620 nei servizi. Complessivamente, nel Bresciano, le imprese che prevedono assunzioni nel mese di gennaio saranno il 17% del totale.

La rilevazione

A metterlo nero su bianco è l’ultima rilevazione statistica del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, che evidenzia come la richiesta di figure professionali da inserire in azienda nei primi mesi del 2025 sia ancora elevata nella nostra provincia, sebbene in leggero calo sull’esercizio 2024.

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. Numeri alla mano, la rilevazione mostra che nel 28% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 72% saranno con contratti a termine, vale a dire a tempo determinato, cococo o con altro contratto con durata predefinita. Ad assumere, per lo più, saranno realtà appartenenti al settore dei servizi (52%) e con meno di 50 dipendenti (61% dei casi), ma per quanto riguarda le figure ricercate il quadro è ancora una volta a luci ed ombre.

I nodi

In primis, per il nodo spinoso del famigerato mismatch: 50 aziende su 100, vale a dire una su due, prevedono infatti di avere difficoltà nel reperire le figure richieste. Quanto al tipo di profilo ricercato, il 22% delle entrate sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici (la quota nel bresciano è inferiore alla media nazionale, che si attesta sul 25%); il 38% ad operai specializzati e conduttori impianti; il 17% a professioni commerciali e dei servizi; il 10% ad impiegati ed il restante 13% ai cosiddetti profili generici.

Guardando ancora più i profondità, inoltre, si evince che per una quota pari al 29% le nuove entrate interesseranno giovani con meno di 30 anni e che per una quota pari al 20% le imprese prevedono di assumere personale immigrato. Quanto al titolo di studio, il report mostra che il 15% delle entrate previste complessivamente nella nostra provincia sarà destinato a personale laureato, il 28% a personale con diploma superiore, il 36% a coloro che detengono una qualifica o diploma professionale ed il restante 19% a chi ha frequentato solo la scuola dell’obbligo, con una quota residuale riconducibile a chi si è dedicato all’istruzione tecnologica superiore (Its Academy). Per una quota pari al 63% delle entrate viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore, con categorie in cui la difficoltà di reperimento arriva a sfiorare il 70%: è il caso delle oltre 2.300 figure ricercate nell’area tecnica e della progettazione, introvabili nel 68% dei casi.

Non va molto meglio anche nell’area della produzione di beni ed erogazione di servizi, dove le figure di difficile reperimento sfiorano il 51,8%, mentre nelle aree commerciali e di vendita si arriva a poco meno di una impresa su due che riscontra problemi (47,7%).

La fotografia nazionale

In tutta Italia, nonostante le numerose crisi aziendali nel Paese stiano mettendo a rischio quasi 120mila posti di lavoro, entro i prossimi tre mesi le imprese italiane hanno dichiarato all’Unioncamere-Ministero del Lavoro l’intenzione di assumere 1,37 milioni di lavoratori, di cui 380mila circa a tempo indeterminato.

Tuttavia, in un caso su due sussiste il rischio di non poter procedere alle assunzioni a causa della carenza di candidati o dell'impreparazione di coloro che si presentano ai colloqui. Le imprese non sarebbero dunque nelle condizioni di coprire, nemmeno offrendo un posto fisso, almeno 190mila posizioni lavorative. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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