Economia

Nonostante i rincari, a Brescia nel 2022 sono fallite meno società degli anni precedenti

Nel 2022 «solo» 122 società sono finite nell’elenco del Tribunale cittadino: è il dato più basso dal 2007
Il tribunale di Brescia © www.giornaledibrescia.it
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Già alla fine del 2021, dopo quasi due anni di emergenza sanitaria, il sistema economico bresciano ha mostrato la sua innata capacità di adeguarsi alle situazioni più avverse. Un’attitudine mantenuta anche nel 2022 e che per certi versi riscontriamo pure nell’elenco dei fallimenti dichiarati Tribunale.

Brescia è uscita dal biennio più duro della pandemia con una solidità patrimoniale che ha ammortizzato gli effetti negativi generati da un calo generale dei volumi e della marginalità. Nel 2021, va anche detto, il nostro comparto manifatturiero ha recuperato il forte ribasso della produzione registrato nel 2020, con una crescita in doppia cifra, quasi raggiungendo i livelli di inizio triennio. Un trend che è sostanzialmente proseguito nei dodici mesi successivi e che ha dato a Brescia un’ottima spinta per affrontare la maxi ondata di rincari iniziata con l’aumento dei prezzi delle materie prime a fine 2021 e degenerata con l’incremento delle quotazioni di gas ed energia elettrica dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.

All’inizio del 2021, gli analisti di Cerved, la più grande banca dati italiana, temevano che a causa della pandemia, anche a Brescia vi sarebbe stato un aumento indiscriminato dei fallimenti, in particolare delle Pmi. Per fortuna, o più probabilmente per via delle virtù di cui parlavamo prima, non è andata così: in quell’anno «solo» 197 società bresciane sono giunte al capolinea, il numero più basso dal 2008, anno in cui cominciò a formarsi negli Stati Uniti la violenta valanga della crisi dei mutui subprime, che in quel caso sì procurò ferite dolorose anche al nostro territorio. Basti dare un’occhiata al grafico qui sotto.

Per quanto riguarda il numero dei fallimenti, comunque, nel 2022 a Brescia è andata ancora meglio dell’anno precedente, nonostante le previsioni di Cerved non fossero ancora ottimistiche (a luglio si calcolavano 100mila imprese a rischio in tutta Italia). Ebbene, nella nostra provincia sono finite in default 122 società, un dato «secondo» solo a quello registrato nel 2007 e che non trova altri valori paragonabili da inizio Duemila.

Migliora anche il trend dei concordati preventivi, nel 2022 sono 16 le società locali ammesse a questa procedura dai giudici del Palagiustizia contro le 38 dell’anno precedente. Soprattutto in questo caso, però, va tenuto in considerazione che dal 15 luglio è entrato in vigore il nuovo Codice della crisi d'impresa e dell’insolvenza, una riforma considerata fondamentale per la salvaguardia del valore delle imprese, per un’efficiente tutela dei creditori e per il sistema economico nel suo complesso.

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