New Deals, tra AI e tecnologia la differenza la fa sempre l’uomo
Gira e rigira, la differenza la fa sempre l’uomo. O meglio, la sua capacità di «sentirsi» tale, nel cadere come nel rialzarsi, e nello stare solo come nello scegliere di chi circondarsi. E se il principio vale nella vita, perché non dovrebbe essere lo stesso nel buon vecchio fare impresa?
Questo il messaggio che si legge chiaro tra le righe dell’edizione 2024 di New Deals, il format ideato dall’ex leader dei Giovani Imprenditori di Confindustria Lombardia, Federico Ghidini, e ieri approdato al castello di Desenzano per una full immersion tutta dedicata ai «segreti degli imprenditori».
Segreti che, ad ascoltare gli speech in sala, poco hanno a che vedere con strategie di marketing o stati patrimoniali, e ancora meno con la famigerata intelligenza artificiale. Al contrario, chiamano in causa le relazioni, la capacità di contaminarsi nelle idee e nelle abitudini, l’empatia, l’umiltà e la passione.
Lo dice il neuroscienziato bresciano Andrea Bariselli, che nell’aprire gli interventi indugia sulla tendenza diffusa ad aver dimenticato la «nostra origine biologica», anteponendo la comodità e l’accumulo ad una visione dall’altro che consenta invece di abitare «la spaccatura del nostro tempo», come diceva Platone, traghettandoci in una dimensione di futuro possibile. E lo dice anche Silvano Lancini di SmeUp, che in cima alla lista della sua ricetta imprenditoriale pone il fatto di «essersi circondato di persone per bene» e di «persone libere», in grado di «generare intelligenza collettiva» ma anche di relativizzare. «L’imprenditore deve avere il senso della sua piccolezza - tira corto - da soli non si sposta niente».
La visione
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesca Morandi, «nata nei tubi e cresciuta nell’acciaio», come dice lei stessa, oggi con il fratello Paolo guida la prima community verticale dedicata a questo mondo, con la consapevolezza di aver assecondato «la propria autenticità - sintetizza - e le proprie passioni». E se a dirlo, poi, sono anche gli special guest della kermesse, il matematico Piergiorgio Odifreddi ed il filosofo Diego Fusaro, invitati a intervenire sul tema dell’intelligenza artificiale, vale proprio la pena di crederci.
«Chapt Gpt, che noi consideriamo l’Ai per eccellenza, ha molto da dire anche su di noi, perché ci imita benissimo e lo fa in maniera talmente banale e scontata che ci fa capire che se siamo così bene imitati da un meccanismo del genere la nostra originalità sta altrove», sbotta Odifreddi mentre Fusaro rincara: «l’Ai non è intelligente perché non pensa. Calcola, e dunque non potrà mai sostituirsi all’uomo poiché l’uomo soltanto è capace del pensiero».
Analoga la visione anche di una imprenditrice come Hendrika Visenzi, ceo della Givi di Flero, che nel raccontarsi evoca la «sensibilità e l’umiltà che hanno saputo fare la differenza, sia nelle strategie di governance che nello scegliere di chi circondarsi», mentre il professor Teodori dell’Università di Brescia pone il capitale umano addirittura tra le pre-condizioni del fare business e il «contadino digitale» Matteo Fiocco, associato di Confagricoltura noto ai più come Matt The Farmer, si sofferma su «un team affiatato che si confronta costantemente» e sull’uso di una tecnologia che «consenta di fare le cose vecchie in modo nuovo».
Ossia, senza abbandonare quel logos aristotelico che fa dire al filosofo Fusaro che se pure un’impresa senza Ai oggi non sarebbe pensabile, un’impresa senza la «testa pensante» non potrebbe nemmeno esistere.
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