Economia

Morti e infortuni sul lavoro, la tragedia che non si ferma

Iprimi sette mesi del 2021 registrano una situazione leggermente in miglioramento, ma le croci di quest’anno sono già 677
Infortuni e morti bianche: è allarme sicurezza sul lavoro
Infortuni e morti bianche: è allarme sicurezza sul lavoro
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È stata un’altra settimana drammatica sul fronte delle morti bianche e degli infortuni sul lavoro. In una sola giornata sono morti un uomo di 59 anni nel cantiere della metropolitana di Napoli, un uomo di 73 anni per le ferite riportate cadendo da un albero, da un’altezza di circa 6 metri, mentre stava lavorando all’interno di un’azienda agricola a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, e un operaio 44enne di Pietrasanta. Sui dati che raccontano gli infortuni e le malattie professionali raccolti dall’Inail, pesa ancora l’emergenza sanitaria che impedisce di avere un quadro mensile stabile delle morti da Covid, per via del carattere tardivo delle denunce. Eppure, i primi sette mesi di quest’anno restituiscono un quadro solo in parte meno drammatico rispetto al 2020: si registra infatti un aumento complessivo delle denunce di infortunio, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali.

Prendendo i numeri, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto tra gennaio e luglio sono state 312.762, in crescita del +8,3%, rispetto allo stesso periodo del 2020. Quelle con esito mortale sono state 677, in calo del 5,4%: a determinare questo risultato sono state Industria e servizi, l’unica gestione in calo che ha segnato oltre meno 10%. In aumento risultano invece le morti bianche in agricoltura e nello Stato.

Salgono, infine, le patologie di origine professionale: sono state 33.865, in crescita del 34,4%. Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi sette mesi del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.

Gli infortuni con esito mortale dei primi sette mesi dell’anno sono stati 677, 39 in meno rispetto ai 716 del 2020. Il confronto tra i due anni però richiede molta cautela, come detto. L’aumento delle morti bianche ha riguardato gli infortuni in itinere, passati da 113 a 134, con una aumento del 18,6%. Le morti sul lavoro sono invece state 60 in meno e sono passate da 630 a 543, con un calo del 10%. In particolare, l’unica gestione in calo si è registrata per industria e servizi, dove le morti bianche sono passate da 630 a 565, in calo del 10,3%. C’è invece stato un aumento per l’agricoltura, passata da 55 a 76 denunce, e per gli statali, passati da 31 a 36. Nel complesso, le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro luglio sono state quasi 24mila in più rispetto alle 288.873 dei primi sette mesi del 2020. I dati evidenziano un aumento degli infortuni in itinere che sono aumentati del 18,9%. Sono aumentati del 6,9% quelli avvenuti durante il lavoro. Su questi dati pesano sia le chiusure, sia lo smart working. Gli infortuni sul lavoro denunciati sono aumentati del 6,4% nella gestione Industria e servizi, passati dai 249.499 casi del 2020 ai 265.499 del 2021, del 4,4% in agricoltura e del 29,4% fra gli statali.

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