Miele, la battaglia lombarda contro la bassa qualità cinese
Contrasto al miele di bassa qualità in arrivo dalla Cina che sta invadendo il nostro mercato e conquistando, a insaputa di molti, le nostre tavole. Per farlo la Regione Lombardia su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi, nei giorni scorsi ha approvato il programma triennale apicolo regionale 2020-2022.
Il documento stabilisce le linee generali per l’attuazione delle azioni dirette a migliorare la produzione e la commercializzazione dei prodotti dell’apicoltura bresciana e lombarda. Il finanziamento è di 3,2 milioni di euro. «Vogliamo promuovere la qualità dei prodotti lombardi e contrastare l’importazione di miele sintetico dalla Cina - ha spiegato Rolfi -. L’allevamento di api della nostra regione è oggetto di crescente attenzione, non solo per le sue produzioni di riconosciuta qualità, ma anche perché rappresenta la fonte di reddito principale per 350 operatori. I piccoli operatori nella nostra regione sono addirittura 3.000 e con l’attività impollinatrice contribuiscono alle produzioni agricole e al mantenimento della biodiversità».
A Brescia sono almeno 700 gli alveari censiti e associati nei due gruppi principali, più quelli di dimensioni micro e i novizi. Come spiegato dal presidente dell’Associazione per l’apicoltura di Brescia (Apab) «il lavoro si svolge con circa 20.000 alveari, ognuno dei quali ha una produzione media tra i 17 e i 20 chili di miele l’anno, per un totale stimabile di 380.000 chili».
«La Lombardia invece - come ricordato dall’assessore - conta 5.000 apicoltori fra professionisti e hobbisti, e oltre 143mila alveari, il 12% del totale nazionale. Dedichiamo a questo piano d’azione oltre tre milioni di euro grazie a fondi comunitari e nazionali». Gli interventi finanziati riguarderanno innovazione e sviluppo, contenimento delle avversità sanitarie, miglioramento della qualità delle produzioni, sviluppo del mercato del miele lombardo e sviluppo del patrimonio apistico lombardo. «Il settore merita di essere valorizzato - ha precisato Rolfi - perché sa offrire prodotti di alta qualità e altamente distintivi, oltre a una sicurezza alimentare che non si trova nei prodotti importati dall’altra parte del mondo». Sul tavolo anche il tema della lotta alle patologie apistiche.
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