Economia

Metalmeccanici, nel Bresciano raddoppia la cassa integrazione

Secondo il Rapporto della Fim Lombardia a livello regionale il numero di dipendenti di aziende metalmeccaniche o messi in cig è aumentato del 71%
I dati del Rapporto Fim indicano che aumentano licenziamenti e cig - © www.giornaledibrescia.it
I dati del Rapporto Fim indicano che aumentano licenziamenti e cig - © www.giornaledibrescia.it
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È aumentato del 71% rispetto alla fine dell'anno scorso il numero di dipendenti di aziende metalmeccaniche licenziati o messi in cassa integrazione in Lombardia: erano 9.647 mentre nel primo semestre 2019 sono stati 16.502. A Brescia il dato in percentuale relativo alla cassa integrazione è balzato dal 5,59% al 10,11%. Un dato, riportato nel 47esimo Rapporto sulle situazioni di crisi dell'Osservatorio della Fim regionale, che il segretario Fim Cisl Lombardia Andrea Donegà considera «un segnale preoccupante».

A suo dire significa, infatti, che «diverse imprese non sono riuscite a consolidare i precedenti segnali di ripresa». Si tratta in tutto di 375 aziende in crisi contro le 259 di fine 2018. È «preoccupante - ha aggiunto - per la prospettiva industriale e occupazionale, anche considerando che in diverse situazioni si sta arrivando al termine della disponibilità degli ammortizzatori sociali conservativi». Senza contare che «il rallentamento della Germania rischia di comprimere il nostro export».

I licenziamenti sono aumentati di quasi quattro volte segnando un +189%: i licenziati sono passati da 423 a 1.226. Di questi 704 sono stati lasciati a casa per riduzione di personale delle aziende (21 in tutto), 519 per cessazioni di attività o fallimenti. Un trend «molto pesante e significativo» secondo il sindacato.
Anche la cassa integrazione ha avuto «un'impennata»: 316 aziende hanno fatto ricorso a quella ordinaria (contro le 221 di fine 2018) per un totale di 12.656 metalmeccanici coinvolti, a cui si aggiunge la cassa integrazione straordinaria di 25 aziende per un totale di 2.620 lavoratori (contro i 1.526 del 2018). A livello territoriale, le aree maggiormente coinvolte nel semestre sono quelli di Milano (41,91% era 32,8% nel secondo semestre 2018), Lecco (13,30% era 8,57%), Brianza (12,90% era 18,16%). Seguono Varese, Lodi, Bergamo e Como con il 4% circa e poi gli altri territori con sospensioni minori..

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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