Economia

Metalmeccanici in sciopero: «La proposta di contratto è inaccettabile»

La Redazione Web
Più di un centinaio di metalmeccanici bresciani sono scesi in piazza mercoledì a Milano. I sindacati: «I 280 euro di aumento sono una necessità, non un lusso»
  • I sindacati dei metalmeccanici in piazza a Milano
    I sindacati dei metalmeccanici in piazza a Milano
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Dopo gli scioperi e le manifestazioni di metà dicembre, ieri è stata una giornata di nuove agitazioni per sbloccare il rinnovo del contratto del settore metalmeccanico: in Lombardia l’astensione proclamata da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm è stata di quattro ore, con i sindacati che definiscono la posizione di Federmeccanica- Assistal come «inaccettabile». Al raduno di Milano, davanti alla sede di Assolombarda, erano presenti anche più di un centinaio di metalmeccanici bresciani. Troppo lontane fino a oggi le posizioni, soprattutto in tema di stipendi e di orari di lavoro.

La protesta

Secondo i delegati che si sono alternati sul palco milanese di via Pantano, «la richiesta di aumento di 280 euro è stata respinta e in alternativa Federmeccanica ha proposto un aumento legato all’andamento inflattivo». Secondo i sindacati non ci sarebbe nemmeno «disponibilità a regolare l’uso dei contratti precari, a ridurre l’orario di lavoro e a regolamentare lo smart working».

Il sistema Brescia

«A convincere i rappresentanti dei lavoratori della necessità di incrociare di nuovo le braccia per quattro ore – ha spiegato il segretario di Fim -Cisl Brescia Stefano Olivari – è la volontà di riportare gli industriali al tavolo della trattativa», che a Brescia coinvolge circa 70.000 dipendenti (su 100.000 metalmeccanici). Il contratto è scaduto lo scorso 30 giugno. «C’è bisogno del rinnovo perché le sfide che attendono la metalmeccanica saranno determinanti per la nostra società e per il nostro benessere, sia per l’automotive che per la siderurgia».

E ancora: «Il Ccnl servirà al sistema Brescia anche per gestire meglio le eventuali difficoltà, oltre che come base solida e certa di rilancio del lavoro. L’incremento dei salari proposto dalla nostra piattaforma unitaria, di 280 euro al mese da mandare a regime in tre anni, è una necessità e non un lusso per chi ha famiglia e deve far fronte ogni giorno a spese crescenti».

Qualità della vita oltre il lavoro

«Partecipare allo sciopero significa avere consapevolezza che in questa proposta contrattuale si gioca la qualità della vita di chi ogni giorno varca i cancelli delle fabbriche – spiega il segretario Uilm Ettore Burlini –. La riduzione dell’orario a 35 ore vorrebbe dire più tempo per seguire i figli o sostenere i nonni, ma anche coltivare i propri interessi».

La manifestazione Fiom fuori dalla Stanadyne
La manifestazione Fiom fuori dalla Stanadyne

Per il segretario di Fiom Brescia Antonio Ghirardi, «con la presa di posizione sindacale e lo sciopero si rafforza il sostegno alle rivendicazioni salariali e all’equilibrio», convinti che «più soldi in tasca alle persone significherà più spesa, e quindi un rilancio di economia, lavoro e aziende». Manifestazioni di solidarietà dei lavoratori si sono svolte ieri in concomitanza alla Stanadyne di Castenedolo e in città alla Leonardo di via Lunga.

Le aziende bresciane

Come riporta la Fiom-Cgil, nella nostra provincia hanno partecipato allo sciopero le seguenti realtà: «Alfa Acciai con 8 ore di sciopero e Harsco Environmental 85%, Alfa Derivati 95% tra gli operai, alla Leonardo e Leonardo Logistic, dove è stato fatto un presidio all’esterno dell’azienda ha scioperato il 70% dei lavoratori raggiungendo il 95% tra gli operai, Sa Eredi Gnutti 90% tra gli operai, Innse Berardi 80%, Fonderie di San Zeno 90%, Streparava di Adro e Lanfranchi di Palazzolo 70%, Silmet di Torbole Casaglia 90%, Sabaf di Ospitaletto 50%, Eural Gnutti di Rovato 70%, Metelli di Cologne 65%, Gnutti Transfer di Ospitaletto 75%, Mg di Travagliato 55%, Ori Martin Ospitaletto 90%, Metalsistem di Gussago 80%, Industrie Saleri Italo Sil di Lumezzane e alla Prodotti Baumann di Brescia 80%, alla Ghidini Trafilerie di Lumezzane sono state fatte 8 ore di sciopero con un’adesione del 70, Redaelli Tecna di Gardone Val Trompia 90% in produzione, Metal Work di Concesio 75% e alla Tanfoglio Flli di Gardone Val Trompia 70%, Banco Nazionale di Prova di Gardone Valtrompia 75%, Beretta di Gardone Val Trompia 80% in produzione, Ferriera Valsabbia di Odolo 70% con 8 ore di sciopero, Metalfer di Roè Volciano 90%, Acciaierie Venete di Odolo ex Leali 65% con 8 ore di sciopero, Cavagna Group di Ponte San Marco, Biticino Muscoline e Camozzi di Polpenazze 80%, Stanadyne con presidio 100%, Enne.Pi di Calvagese della Riviera 95%, alla Imp Pasotti di Pompiano hanno scioperato 8 ore con adesione del 95%, Ime di Manerbio 70%, Zincatura Bresciana di Verolanuova 80%, Modine di Pontevico e Atb Riva Calzoni di Roncadelle 80%, ThyssenKrupp Rothe Erde di Visano 80% , Foma di Pralboino 70%, Italfond di Bagnolo Mella 90%».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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