Economia

Metalli industriali: prezzi in rialzo nel 2025, ma poca domanda

Ad evidenziarlo è la periodica analisi dei mercati fisici dei principali metalli industriali in Italia ed Europa del 67° Faro Club Main Meeting
Il metallo rosso sarà sempre più centrale nel processo di transizione tecnologica in atto
Il metallo rosso sarà sempre più centrale nel processo di transizione tecnologica in atto
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Si prospetta nel 2025 una tendenza rialzista dei prezzi dei principali metalli industriali. Sebbene la domanda reale di acciaio, alluminio e rame rimanga piuttosto fiacca, le quotazioni delle materie prime si muovono in maniera correlata rispetto all’inflazione, che persiste nell’area euro e dollaro. Ad evidenziarlo è la periodica analisi dei mercati fisici dei principali metalli industriali in Italia ed Europa del 67° Faro Club Main Meeting, l’Osservatorio Italiano delle materie prime che vanta la partecipazione di un Advisory board composto da produttori e trasformatori di metalli industriali (faroclub.com).

Non ferrosi

Partiamo dai metalli non ferrosi: il rame. Il metallo rosso potrà continuare a crescere e consolidarsi grazie alla sua centralità nella transizione energetica e nell’evoluzione tecnologica. È molto rallentato, è vero, il mercato delle costruzioni, ma va bene per infrastrutture di trasporto ed energetiche, grazie al traino dei progetti Pnrr. L’indagine mostra un quadro piuttosto eterogeneo per l’alluminio, altro metallo industriale non ferroso: la forte contrazione in Germania ha colpito di gli estrusori italiani; inoltre, l’aumento dei dazi Usa nel 2025 sull’import, previsto in vigore da marzo, potrebbe portare a un incremento dei volumi di alluminio proveniente da altri continenti offerti nel mercato europeo, con effetti ulteriormente depressivi su premi e marginalità. Cresce, intanto, la domanda di alluminio riciclato certificato, seppure i volumi siano ancora ridotti.

Ferrosi

Venendo ad acciaio e rottami ferrosi, l’analisi di Faro Club non segnala particolari novità, poiché la domanda europea di acciaio continua a essere molto fiacca, sia per quello al carbonio sia per l’inox. Sono in ripresa a inizio 2025 i prezzi dei rottami ferrosi, anche se permane il nodo della disponibilità di materiale; gli operatori della filiera sono comunque fiduciosi sugli effetti positivi che avrà nella seconda metà dell’anno l’avvio di cantieri di progetti Pnrr per opere che richiedono grandi quantitativi di acciaio.

 È in grande sofferenza la domanda di acciaio inox, con conseguente depressione del mercato del nichel mentre, a causa dell’avvio della produzione cinese di acciaio inox di qualità con nuovi impianti convertitori, il surplus di offerta mondiale si è spostato nel 2024 dal quello per la fascia bassa ai catodi di qualità superiore. Si rivela tranquillo poi il mercato del piombo, pur con qualche allarme derivato dalle ricadute negative sulle batterie europee per auto elettriche con la posticipazione dei programmi di investimento in giga factory nuove.

Si è registrata infine una ripresa del mercato della zincatura a caldo, ma parecchio frenata appare la domanda di zama, molto legata all’automotive, e di ossido.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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