Metalli Capra: scatta l’opzione del concordato
La Raffineria Metalli Capra presenterà in Tribunale la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo. Un’opzione a questo punto considerata inevitabile, vista la complicata situazione economico-finanziaria in cui versa l’azienda di Castel Mella (fonderia e lavorazione metalli). Senza inoltre trascurare il protrarsi della trattativa avviata con investitori stranieri, pronti a entrare nel capitale della stessa società.
La Raffineria Metalli Capra «si trova in stato di crisi», ammette il presidente del Consiglio di amministrazione, Carlo Capra, in una recente delibera ratificata dal notaio Giammatteo Rizzonelli. Nello stesso atto il cda, raccolto anche il «parere favorevole» del collegio sindacale, ha deliberato appunto il ricorso al concordato. Al Palagiustizia, però, ancora non è stata deposita dal gruppo bresciano alcuna formale richiesta di ammissione alla procedura concorsuale. Dalla sede di Castel Mella per di più non giungono aggiornamenti: la famiglia Capra si è blindata dietro a un comprensibile silenzio.
Da inizio settimana, invece, emergono i timori di alcuni lavoratori: per la prima volta si sta registrando un ritardo nel pagamento degli stipendi. Sono 120 gli addetti in forza nei siti produttivi di Castel Mella e Montirone.
La vicenda. A inizio anno (ampiamente oltre la scadenza prevista) è stato depositato il bilancio 2016 della Raffineria Metalli Capra. Già in quell’occasione il presidente Carlo Capra riconosceva le difficoltà finanziarie della sua azienda, che è stata costretta a predisporre (con l’aiuto di un advisor) un nuovo piano industriale per il periodo 2017-22. Un progetto realizzabile, stando alla Relazione sulla gestione sottoscritta da Capra, solo con una urgente ricapitalizzazione della società e con un contemporaneo rinnovo delle linee di credito da parte delle banche. «Nella malaugurata ipotesi - ha scritto l’imprenditore - che le suddette operazioni non dovessero concretizzarsi rapidamente, il presupposto della continuità aziendale, sulla base del quale il presente bilancio è stato redatto, non sarebbe appropriato».
Lo scenario. La società bresciana quindi ha chiuso pochi mesi fa il bilancio 2016 (l’ultimo disponibile) con un monte vendite di 104,38 milioni, un margine operativo lordo di 439mila euro e una perdita di 2,58 milioni. Il patrimonio netto rimane comunque di 19,84 milioni; sul gruppo però gravano debiti per quasi 56 milioni, di cui oltre 29 milioni verso le banche. Non solo: nelle ultime ore è stata depositata in Tribunale, da parte di un fornitore, la quarta istanza di fallimento nei confronti della Raffineria Metalli Capra. Richiesta che presto sarà verificata dai giudici e che solo l’ammissione al concordato può temporaneamente sospenderne gli effetti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato