Meno ammoniaca, batteri e Pm10 per i concimi della Sturla
Concimi animali per la terra alleggeriti dai batteri e dall’ammoniaca significano meno Pm10 nell’aria, meno insidie da parassiti per le coltivazioni, e soprattutto meno rischi di inquinamento delle falde acquifere sotterranee. La ricetta non è magica, ma di grande valore. È il frutto di un lungo lavoro avviato all’azienda agricola Sturla di Manerbio nel 2007, con l’obiettivo di preservare l’ambiente. Più di 10 anni di studi in cui le competenze agrarie e d’allevamento di Vittorio e Francesco Sturla, i titolari dell’azienda agricola Sturla di Manerbio, hanno fatto squadra con quelle ingegneristico-chimiche dell’ingegner Diego Binaghi.
Il risultato? Un impianto innovativo «di strippaggio» dell’ammoniaca, ottenuto con principi di chimica farmaceutica, composto da due vasche, tubazioni, pompe di circolazione e sonde di controllo, capace di lavorare 60 metri cubi di liquami e sterco di 7.400 maiali e 200 bovini ogni giorno, con una potenzialità annua di 21.900 metri. Ha richiesto un investimento di 350mila euro e garantisce «solfato ammonico» - il prodotto finale - per tutti i 100 ettari di terreni lavorati tra Manerbio e Offlaga dall’agricola Sturla.
Il costo di trattamento dei liquami è di 1,5 euro al metro cubo. Il nuovo impianto, allestito sulla «strada per Cignano», è stato presentato ieri mattina a Manerbio in un incontro organizzato da Coldiretti Brescia, a cui erano presenti i titolari, l’ingegner Binaghi, i dirigenti Coldiretti Massimo Albano e Claudio Cestana, e i dirigenti Ersaf Massimo Ornaghi e Fabio Losio. Come osservato da Albano «fa già scuola a tutti gli agricoltori bresciani, lombardi e italiani in tema di sostenibilità e rispetto per l’ambiente» in un territorio come la pianura Padana in cui le emissioni dell’agricoltura raggiungono il 17% del totale delle polveri sottili. Il funzionamento lo hanno spiegato nei dettagli l'ingegner Binaghi e Francesco Sturla. Perché abbatte l’inquinamento? «Perché l’azoto ammonico viene assorbito dalle piante di mais prima dell’acido nitrico, che rimane nella terra di più e progressivamente affonda verso le falde acquifere - precisa Sturla -. Così è rispettata anche la Direttiva nitrati».
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