Meccanica: concluso un 2024 stabile, ma resta comunque l’incertezza

Per la meccanica il 2024 è stato un anno di stabilità. La parte rappresentata da Anima Confindustria per esempio - una federazione che rappresenta 34 associazioni e oltre mille aziende del settore meccanico - ha un bilancio pre-consuntivo che conta un fatturato complessivo di 55,5 miliardi di euro, con una flessione dello 0,4% rispetto all’anno precedente e una variazione in termini reali negativa per il 4%.
Dei 55,5 miliardi ben 32,1 derivano dalle esportazioni, che rappresentano sempre il motore principale del comparto con una quota del
58,6% sul fatturato totale. Secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Anima quindi il settore meccanico italiano mostra nel complesso di reggere, anche se cali non trascurabili emergono nell’edilizia e nelle infrastrutture.I settori principali
Tra i principali settori, la logistica e la movimentazione delle merci hanno segnato un incremento dell’1,4%, trainate dagli investimenti nella digitalizzazione e nell’ottimizzazione dei processi operativi.
Le tecnologie per l’industria alimentare sono cresciute dello 0,5% grazie all’innovazione nelle soluzioni avanzate per il «food processing», un metodo di lavorazione del cibo con macchine e strumenti tecnologici specifici dell’industria 4.0. Il comparto delle tecnologie per l’industria è cresciuto dello 0,9%, sostenuto dagli investimenti in automazione e processi innovativi.
Gli impianti e i prodotti per l’edilizia hanno mostrato una flessione dell’1,4%, dovuta in parte alla progressiva riduzione degli incentivi fiscali per la decarbonizzazione e l’efficientamento energetico.
Infine, la sicurezza ha registrato un incremento dello 0,2%, confermando la stabilità della domanda.
Produzione e occupazione
Dello stesso tenore i risultati sul fronte dell’occupazione, con livelli inalterati nonostante la fatica della meccanica a rendersi attrattiva per le nuove generazioni, complice probabilmente anche una preparazione scolastica poco allineata alle esigenze tecniche delle imprese.
Secondo gli autori dell'indagine comunque «il 2024 avrebbe potuto essere un anno ancora più negativo, anche considerando l'andamento generale della manifattura italiana. Il comparto ha saputo mantenere produzioni stabili a fronte di un contesto economico complesso e molto incerto, che ha dovuto fronteggiare uno scenario geopolitico penalizzante per lo scambio delle merci e degli energetici, con costi (soprattutto per gli energetici) in continuo aumento».
A dicembre 2024, secondo i dati Istat, la produzione dell’industria automotive italiana ha contato un calo del 36,6% rispetto a dicembre 2023, mentre nell'intero 2024 la diminuzione è stata del 22,7%. Per Anfia invece la sola produzione di veicoli si è ridotta a 310.000 unità, in ribasso del 42,8%.
Stando alle previsioni di Confindustria, nel 2025 il nostro manifatturiero potrebbe registrare una crescita del 2,3%, trainato da settori chiave come l’automotive, l’energia rinnovabile e l’alta tecnologia. Il contesto comunque resterà difficile, per la corsa verso l’alto dei costi degli energetici e per l’obbligo di adeguamento a standard ambientali più rigorosi imposto alle imprese dall’Ue.
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