Economia

Mazzoncini: «A2A pronta a grandi investimenti nelle rinnovabili»

L’ad: «L’Italia è in ritardo sugli obiettivi Ue 2030 Le multiutility saranno motore della ripresa»
Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A - Foto Marco Ortogni/Neg © www.giornaledibrescia.it
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L’Italia sta accumulando una serie di gap negli obiettivi europei su fonti rinnovabili, ambiente e ciclo idrico. Un esempio: dal trend degli ultimi 5 anni emerge che non raggiungerà i target sulle fonti rinnovabili al 2030, con un deficit di oltre 7 punti percentuale (22,8%). Dati che in alcuni casi rimbalzano impietosamente anche nel raffronto con nazioni che non sono tradizionali competitors, quali Malta e Romania. Il quadro emerge dallo studio «Il ruolo chiave delle multiutility per il rilancio sostenibile dei territori italiani» realizzato da The European House-Ambrosetti e presentato ieri dal responsabile Lorenzo Tavazzi e con i vertici di A2A, il ceo Renato Mazzoncini e il direttore generale Marco Patuano.

Motore della ripresa. Proprio dal bresciano Mazzoncini arrivano indicazioni per innescare il motore della ripresa, intercettando le risorse messe a disposizione dall'Europa col recovery fund e utilizzandole per colmare il divario con i Paesi best in class nei tre pilastri delle fonti rinnovabili, dell’ambiente e del ciclo idrico: «Come A2A presenteremo il nuovo piano industriale tra qualche mese. Sarà per la prima volta un piano decennale per favorire la transizione sostenibile con importanti investimenti in infrastrutture strategiche per la crescita». A2A è decisa a puntare nelle rinnovabili, con un cambio di passo significativo rispetto al modo in cui è entrata nel settore con il fotovoltaico. L’interesse della multiutility con radici bresciane si rivolge anche alle reti idriche, «considerato che si tratta delle infrastrutture tra le più preziose per il Paese. Riteniamo che riaprendo il dibattito con la politica si possano trovare spazi di investimento per i soggetti privati, in grado di portare grandi benefici a tutto il sistema».

«Siamo pronti a mettere a disposizione di altre regioni, come fatto in Campania, il know how sviluppato in Lombardia da A2A». Ruolo delle multiutility. Che le multiutility possano essere determinanti per lo sviluppo, specie in fase post-covid, è attestato dalla stessa ricerca, che è accompagnata da dieci messaggi-lead. Il primo: le grandi società multiservizi potranno agire da «catalizzatori» degli investimenti europei. Il Belpaese è un po’ la Cenerentola in tema ambientale: molti territori (ma le regioni hanno situazioni diversificate, e in più di un asset la Lombardia eccelle) sono lontani dall’obiettivo di un conferimento del 10% dei rifiuti urbani in discarica al 2035 (il tasso medio nazionale è del 21,5%) e del 70% di raccolta differenziata al 2030 (58,2%), mentre le più virtuose Svezia, Finlandia, Germania e Belgio hanno quasi azzerato il ricorso alle discariche. Ancora più ampi i divari sul fronte idrico, dove vantiamo il triste primato delle infrastrutture più obsolete (il 60% hanno più di 30 anni); la metà dell’acqua distribuita viene dispersa (47,9%, contro il 23% europeo). Ritardi non più differibili. Le fonti rinnovabili sono il futuro win dell’energia e non solo dal punto di vista del climat change.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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