Maurizio Miri, fashion e sartorialità made in Italy

Ha 38 anni, uno showroom tutto suo, dieci collezioni all’attivo, un gruppo di undici freelance under 35 «sempre un centimetro oltre i canoni standard», clienti sparsi in tutta Italia e la voglia di crescere, ma perseguendo «la filosofia dei piccoli passi».
Ecco condensato in poche righe il «progetto» Maurizio Miri, firma italiana e brescianissima di abbigliamento da uomo. Le sue giacche - «un ibrido tra sartorialità e fashion, ricerca dei dettagli e della qualità» - saranno le protagoniste questa sera nello showroom di Miri in via Luigi Gussalli 5/A in città (accredito obbligatorio con nome e cognome a marketing@mauriziomiri.com). Un incontro fra moda, food, musica e interior design in cui lo stilista, figlio d’arte, sesto dei fratelli Mangano, uscito nel 2000 dal gruppo familiare per «inseguire il mio progetto imprenditoriale», presenterà la collezione Primavera Estate 2014 insieme ad un’esclusiva anteprima della prossima stagione invernale.
«L’ambizione è quella di portare il marchio Maurizio Miri al livello dei grandi brand del settore come Zegna, Brioni, Cantarelli - dice -. Più che mai di questi tempi è necessario crederci. La crisi? La vedo come un periodo in cui tutto ciò che è consolidato viene messo in discussione». Un modus operandi che ha coinvolto non solo la moglie Antonella Ragni impegnata nella gestione amministrativa dell’azienda, ma anche, come si diceva, una squadra di giovanissimi. La ricerca è alla base del suo lavoro. I tessuti arrivano dal biellese, i bottoni da Brescia e Bergamo, la confezione è a Perugia. «I miei pilastri sono la manifattura, il made in Italy e la sartorialità» dice Miri. Un prodotto di alta qualità che si sta facendo conoscere. «Al momento guardo con interesse anche l’estero, Nord Europa e Arabia. Un altro obiettivo, per il prossimo anno».
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