Marzo caldo, aprile con il gelo: disastri in campi e vigneti
Una situazione molto complicata per migliaia di imprese agricole che hanno visto perdere nel giro di qualche ora il lavoro di un intero anno. Così Coldiretti ha fotografato la situazione nazionale dei danni a causa delle repentine gelate dei giorni scorsi. Se oltre alle problematiche atmosferiche si sommano altre conseguenze di variazioni climatiche che determinano allagamenti, frane, smottamenti e si fa la conta delle conseguenze quali danni alle strutture ed infrastrutture o relativi cali di produzione si arriva, in un decennio, a perdite - sempre secondo Coldiretti - stimabili in oltre 14 miliardi di euro. Di certo in questi giorni c’è da riscontrare il positivo impegno dei molti rappresentanti delle istituzioni a livello nazionale e regionale per il ristoro dei danno provocati dall’ondata di gelo anomalo nelle campagne che ha colpito dalla frutta agli ortaggi, dalle piante ornamentali alle coltivazioni più precoci di mais fino alla vite e l’ulivo.
Anche il Bresciano non è rimasto immune dalle conseguenze delle bizze climatiche. Una situazione che ricorda la stessa di due anni fa: poca pioggia, marzo caldo, aprile freddo e piovoso. «Abbiamo avuto danni sui nuovi trapianti primaverili delle piantine, da poco messe a terra - dichiara Alessandro Marinoni, imprenditore della Quarta gamma e presidente della sezione Orticoltura di Confagricoltura Brescia -. A soffrire maggiormente sono stati zucche, meloni e zucchine, ma i danni sono ancora tutti da stimare. Qualche problema in più c’è stato per le colture a campo aperto, dove bisognerà riseminare o ritrapiantare buona parte di alcuni tipi di coltura».
Dal canto suo, Angelo Sala, florovivaista socio di Confagricoltura Brescia, conferma che non ci sono stati grossi danni nel suo settore, piuttosto qualche disagio per la gestione delle serre. «Dopo una settimana a 25 gradi siamo passati, negli ultimi giorni, a temperature sotto lo zero - spiega - e abbiamo dovuto riprogrammare tutto, sono state notti insonni. Per noi ci saranno più che altro conseguenze sui consumi per il riscaldamento delle serre e qualche preoccupazione per chi non ha coperto adeguatamente l’esterno, per i danni sui germogli e le piante fiorite». Dalla Coldiretti vengono segnalati - fra le varie coltivazioni ed aziende interpellate - danni particolarmente pesanti dal socio Davide Lazzari a Capriano del Colle dove il gelo ha picchiato duro sul Marzemino con danni stimati al 70%. Ed oltretutto non c’è alcun intervento fitoiatrico valido sui danni da gelo, nemmeno di tipo preventivo. Ci sono delle soluzioni tecniche di prevenzione, però difficilmente applicabili nei vigneti bresciani: irrigazione a pioggia (come fanno nei meleti sudtirolesi), utilizzo di ventilatori (un ventilatore può servire al massimo 5 ettari e costa oltre 30 mila euro) e accensione dei fuochi.
L’anomalo crollo delle temperature registrato in tutto il territorio provinciale, e le previsioni di ulteriori eventi nelle prossime ore, preoccupano infatti i viticoltori e gli agricoltori bresciani. È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Brescia sugli effetti del ritorno del maltempo, con freddo e gelo, dopo un periodo di clima mite che ha favorito il risveglio della vegetazione. Durante il riposo invernale - sottolinea Coldiretti Brescia - le piante sono in grado di sopportare temperature inferiori allo zero anche di diversi gradi, ma diventano particolarmente sensibili in fase di fioritura o dopo aver emesso le nuove gemme e foglioline. In queste condizioni, gli sbalzi termici rischiano di compromettere la produzione dei frutti e il raccolto finale.
Con questa primavera sotto zero, il territorio bresciano si trova ancora una volta ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici - conclude Coldiretti Brescia - e la tendenza alla tropicalizzazione e al moltiplicarsi di eventi estremi, sfasamenti stagionali, manifestazioni violente, precipitazioni brevi e intense e repentini cambi di temperatura. Con uno sguardo più di prospettiva, per cercare di prevenire i problemi di un meteo che sta divenendo subtropicale e, di conseguenza, sempre più imprevedibile, il vicepresidente di Confagricoltura Brescia e leader di Agridifesa Italia Oscar Scalmana, ricorda come, anche nel Bresciano, oggi sia sempre più necessario il ricorso agli strumenti di gestione del rischio.
«La frequenza dei fenomeni estremi ci obbliga a occuparci con maggiore frequenza e serietà di questi temi - dichiara Scalmana -. In questi giorni sta entrando nel pieno la campagna assicurativa e Agridifesa, anche quest’anno, ha proposte innovative e competitive riservate al mercato assicurativo. Il tutto finalizzato a garantire un’offerta variegata di prodotti, che consentano alle aziende agricole di tutelare le proprie culture e il patrimonio aziendale».
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