Economia

Marmo: i consorzi si alleano, nasce «Botticino Stone District»

Il debutto del nuovo marchio in fiera a Verona Operazione strategica anche per la promozione
Il territorio marmifero bresciano -  © www.giornaledibrescia.it
Il territorio marmifero bresciano - © www.giornaledibrescia.it
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Con il logo «Botticino Stone District, distretto lapideo Bresciano» che debutta alla fiera Marmomac di Verona - in programma da mercoledì 29 e sino al 2 ottobre - si avvia ufficialmente il processo di fusione fra i tre consorzi lapidei bresciani. Ovvero il Consorzio produttori marmo Botticino Classico, presieduto da Monica Berardi; il Consorzio Cavatori marmo Bacino della valle di Nuvolera, guidato da Giuliano Ghirardi; e il Consorzio Marmisti Bresciani presieduto da Luisa Senini. Del progetto si parla da molti anni, ma non è mai veramente decollato: nei prossimi giorni alla fiera più importante del settore, le tre reltà intraprendono per la prima volta una strada comune. Azione più che mai necessaria, alla luce di una crisi del settore che ha visto anno dopo anno sia l’erosione del fatturato, che naturalmente degli addetti e, molte attività addirittura chiuse.

I numeri

Ne sono dimostrazioni i numeri degli ultimi anni di attività (2017-2020) dei tre consorzi, che comprendono sia quelli di cava che dei marmisti. Dai 174 milioni di fatturato del 2017, si è passati infatti ai circa 80 milioni nel 2020, mentre il totale dell'escavato da 286 mila tonnellate è sceso a 118. Diminuiti naturalmente anche gli addetti passati dai 650 ai 476 del 2020. L’unione, che deve vedere ancora vari passaggi formali, potrebbe dare una nuova spinta a tutto il bacino marmifero, creando un unico e forte interlocutore per attività di promozione sul territorio nazionale e internazionale, per trattive commerciali di vendita dei prodotti e nell’acquisto di beni o servizi. La sinergia che potrebbe produrre una riduzione dei costi di gestione delle aziende consociate, ma anche promuovere attività comune di formazione e, intercettare finanziamenti per progetti di sviluppo difficilmente raggiungibili dalle piccole aziende. Insomma quella dei prossimi giorni sarà un vero banco di prova per un futuro condiviso.

Le reazioni

«Dopo tanti tentativi ed un lungo percorso di confronti fra addetti ma anche con le amministrazioni pubbliche, l’unione di energie ci porterà ad avere più risorse per la promozione dei bacini, indispensabile per il rilancio» spiega Giuliano Ghirardi. Sulla stessa lunghezza d’onda Luisa Senini, che aggiunge «unire le forze ci permetterà non solo di ottenere di più con minor sforzo, ma diventare ed essere riconosciuti come un vero e proprio distretto». Per Monica Berardi «il tempo era maturo per questa unione che speriamo ci aiuti a valorizzare l’intera filiera lapidea, ed ottenere una maggiore collaborazione con le amministrazioni». I passaggi. Nell’immediato i tre consorzi hanno presentato un’idea progettuale in occasione di Brescia Bergamo capitali della cultura italiana 2023. Temi centrali saranno il recupero dell’identità della tradizione e della memoria storica del territorio e la sua tutela paesaggistica, per ricucire un rapporto non sempre facile fra le aziende del settore e il tessuto urbano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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