Marchionne sta male e lascia: Manley alla guida di Fca
Ennesima svolta drammatica nella storia della Fiat. Sergio Marchionne ha infatti lasciato tutti gli incarichi che aveva nelle società che oggi compongono il gruppo. Le condizioni di salute del manager 66enne di origine abruzzese, ma cresciuto in Canada, sono rapidissimamente peggiorate nelle scorse 48 ore. L'ultima apparizione in pubblico risale al 26 giugno, poi un'operazione a Zurigo dai contorni misteriosi. Ieri, da ultimo, l'annuncio della sostituzione, che arriva senza nemmeno la possibilità per Marchionne di presentare le dimissioni.
«In settimana sono sopraggiunte complicazioni inattese durante la convalescenza post-operatoria, aggravatesi ulteriormente nelle ultime ore. Per questi motivi il dottor Marchionne non potrà riprendere la sua attività lavorativa» ha comunicato Fca in una nota, spazzando via le ipotesi di un rientro. A Torino la notizia ha sorpreso molti, anche i più attenti osservatori delle vicende del gruppo. Sorpreso anche Gianluigi Gabetti, «un fatto inaspettato», ha detto il presidente onorario di Exor, che nel 2004 scelse l'allora sconosciuto Marchionne per succedere a Giuseppe Morchio, nelle caotiche ore successive alla morte di Umberto Agnelli. Questa volta la successione, seppur accelerata, non produrrà strappi.
In poche ore i consigli di amministrazione di Fca, Ferrari e Cnh si sono riuniti, sostituendo Marchionne. L'inglese Mike Manley, fino a oggi capo dei brand Jeep e Ram, sarà a capo di Fca, a Maranello diventa presidente John Elkann, mentre l'ad sarà Louis Camilleri, di famiglia maltese d'origine ma nato in Egitto, mentre in Chn la presidenza che fu di Marchionne è stata affidata all'inglese Suzanne Heywood, già nel consiglio della holding Exor, mentre il Ceo ad interim resta Derek Neilson.
Quanto a Manley, la sua scelta sembra dettata da quello che è considerato negli ambienti automobilistici il miracolo Jeep di cui è stato principale fautore: da 300 mila a 1,4 milioni di auto vendute in dieci anni. Con l'obiettivo di crescere ancora. Inglese di Edenbridge, 54 anni lo scorso 6 marzo, ha una laurea in ingegneria alla Southbank University di Londra e un master in business administration all'Ashridge Management College. Entrato nel gruppo DaimlerChrysler nel 2000, la svolta nella sua carriera è arrivata con la nomina ai vertici del marchio che è sinonimo di avventura a quattro ruote. E che negli ultimi anni ha realizzato risultati record.
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